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chi era il 74enne ucciso

Ricostruite le ultime ore di vita della vittima. L'ipotesi di un gesto folle

In foto: la rimozione della salma @Newsrimini
la rimozione della salma @Newsrimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 22 nov 2021 18:45 ~ ultimo agg. 23 nov 19:03
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Si chiama Galileo Landicho, 74 anni, originario delle Filippine, l’uomo ucciso ieri sera a Rimini da un solo fendente, scagliato dall’alto verso il basso, che gli ha perforato la carotide (vedi notizia). L’assassino è comparso all’improvviso alle sue spalle intorno alle 19.15 e gli ha sferrato un colpo secco, prima di allontanarsi in direzione della chiesa di San Nicolò. Un ragazzo e una ragazza, che si trovavano sotto la stessa pensilina del bus, a pochi metri dalla vittima, hanno dichiarato agli investigatori della Squadra Mobile di Rimini di aver udito un lamento e aver visto crollare il 74enne a terra, in una pozza di sangue. “Il killer era vestito tutto di nero”, avrebbero poi raccontato i due testimoni, che non hanno saputo fornire altri elementi utili alle indagini.

Landicho, che lavorava come giardiniere per un noto imprenditore della Valmarecchia, sarebbe dovuto tornare in autobus a Verucchio – dove abita solo (l’ex moglie e la figlia risiedono nelle Filippine) -, dopo aver trascorso il pranzo e parte del pomeriggio a casa di alcuni connazionali. Un’amica verso sera lo ha accompagnato in auto vicino alla stazione. Le poche telecamere di videosorveglianza della zona hanno ripreso il 74enne percorrere a piedi viale Dante. Nell’attesa del bus avrebbe consumato due birre in un bar vicino e giocato al Superenalotto nel tabacchi di piazzale Cesare Battisti. Cose che faceva spesso quando si trovava da quelle parti, come hanno confermato gli stessi commercianti della zona.

Gli uomini della Mobile, coordinati dal pm Luigi Sgambati, non escludono alcuna pista, nemmeno quella che porterebbe al gesto di un folle. Respinta solo l’ipotesi della rapina finita male dal momento che a fianco del cadavere è stato recuperato il borsello del filippino ancora intonso, con all’interno soldi, documenti e cellulare. Dall’ultima volta che le telecamere hanno ripreso la vittima al momento dell’omicidio, c’è un buco nero di un quarto d’ora. Ricostruire cosa sia accaduto in quel lasso temporale, resta al momento un vero e proprio rebus per gli investigatori guidati dal vice questore aggiunto Mattia Falso.