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In vista di ritorno a Rimini

Sicurezza. Sadegholvaad e Bellini a Salvini: che ne è stato degli impegni da Ministro?

In foto: Sadegholvaad e Bellini
Sadegholvaad e Bellini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 22 ago 2021 11:43 ~ ultimo agg. 11:51
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La sicurezza e l’ordine pubblico sono tra i temi principali su cui si muove in questo momento la campagna elettorale a Rimini. Il candidato sindaco Jamil Sadegholvaad e Chiara Bellini trasmettono una lettera aperta a Matteo Salvini, che lunedì sera sarà a Rimini per un’iniziativa a sostegno della coalizione di centrodestra e del candidato Ceccarelli. Una lettera per chiedere conto delle promesse non mantenute quando Salvini era Ministro: “Lei ha un debito con tutti i cittadini che qui vi abitano. Provi a fare mente locale. Nel 2018, appena insediato sulla poltrona di Ministro dell’Interno, non ebbe alcuna remora nello stracciare l’accordo ufficiale, sottoscritto l’anno precedente dal suo predecessore Minniti e dalla Prefettura di Rimini, che avrebbe messo fine allo scandalo di Stato della nuova Questura di Rimini, dando finalmente una casa efficiente e mezzi adeguati alle forze dell’ordine che qui, ogni anno da decenni, fanno i miracoli per supplire ai deficit e alle dimenticanze nazionali in ordine alla sicurezza. Quella sua mossa arrogante – fatta non si sa perché, non si sa per chi – ha fatto perdere a questa comunità, alla provincia di Rimini, almeno tre anni. Tre anni in cui polizia, carabinieri, guardia di finanza avrebbero finalmente avuto risposta alle loro reiterate richieste, potendo concentrarsi serenamente al lavoro sul campo. In più, Onorevole Salvini, Lei non ha mosso (e, per la verità, non lo ha fatto chi è venuto prima e dopo di Lei) un dito per adeguare la classificazione della Questura di Rimini a una realtà territoriale che, al di là dei suoi 350 mila residenti formali, conta ogni anno su 16 milioni di presenze turistiche e almeno un’altra decina di cosiddetti escursionisti”.

Proseguono Sadeholvaad e Bellini: “Se poi, nella sua visita in città, Lei dovesse mai accennare a ordine pubblico, sicurezza, ricordi gentilmente a tutti quello che ha fatto e soprattutto quello che non ha fatto per Rimini, quando aveva il ruolo e le possibilità di legge per farlo. E magari dia anche un consiglio a sindaci della sua area politica che, anche di recente, per giustificare uno stato precario sull’ordine pubblico nel proprio territorio, hanno pensato bene di scaricare la colpa su altri Comuni e sulle forze dell’ordine che quotidianamente vi operano con impegno e grande spirito di abnegazione” (riferimento, in particolare, alla recente polemica con Ricione).

Rinnovando il benvenuto in città, la conclusione è dedicata al tema attuale dei migranti: “Lei sa che questa è una città onorata della Medaglia d’Oro al valor civile per essere restata in piedi durante la tragedia della Seconda guerra mondiale, facendo fronte con orgoglio e con il sangue dei propri figli alla violenza nazifascista. Per questo Rimini non rinuncerà mai ad essere all’altezza della propria storia, della propria libertà della propria solidarietà. Così come sta accadendo in questi giorni, con l’adesione- insieme a gran parte delle città d’Italia- all’appello per aiutare il dramma di popolazioni intere, bambini, donne e uomini, che fuggono lanciandosi nel filo spinato dal terrore dell’intolleranza”.