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lite finita in tragedia

Omicidio di Miramare, fermato il coinquilino della vittima

In foto: i carabinieri davanti all'ingresso dell'abitazione di via Lussemburgo (foto Migliorini)
i carabinieri davanti all'ingresso dell'abitazione di via Lussemburgo (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 29 mag 2021 19:48 ~ ultimo agg. 30 mag 15:48
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La svolta decisiva nelle indagini per l’omicidio di Leonardo Yoel Vinces Ballena è arrivata pochi minuti fa. Il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha disposto il fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi nei confronti del coinquilino della vittima, Marcos Antonio Quispe Luyo, connazionale di 31 anni. Sarebbe stato lui, ieri notte, al culmine di una lite nata per futili motivi, ad afferrare un coltello da cucina col quale ha squarciato la gola di Leonardo. Un fendente mortale al quale ne sarebbero probabilmente seguiti altri due alla schiena.

Il 31enne, messo alle strette dagli investigatori del Nucleo operativo, non ha retto e nel tardo pomeriggio ha confessato il delitto. Ha affermato di non ricordare esattamente come il coltello sia arrivato nelle sue mani, né quale sia stato il motivo esatto che ha scatenato il violento litigio. Erano entrambi pesantemente ubriachi e proprio l’alcol potrebbe aver influito in maniera determinante in quello che gli inquirenti definiscono un delitto d’impeto.

Era stato proprio il 31enne, incensurato e regolare sul territorio, così come la vittima, a dare l’allarme alle forze dell’ordine verso mezzanotte e quaranta. Aveva raccontato di essere rincasato dopo aver passato parte della serata con Leonardo e di averlo trovato riverso sul pavimento della camera da letto in una pozza di sangue (vedi notizia). L’arma del delitto era stata recuperata dai militari quasi subito nelle vicinanze dell’abitazione e poi affidata ai colleghi della Scientifica per essere analizzata.

Gli investigatori avevano acquisito anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e poi convocato in caserma le persone più vicine al 34enne, compreso il suo coinquilino, che col passare delle ora ha ceduto sotto le domande pressanti dei carabinieri. Restano da chiarire ancora alcuni aspetti secondari di una morte assurda, ma la confessione di Marcos pesa come un macigno e segna un punto decisivo nelle indagini.

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