L'Emilia Romagna torna arancione. Riaprono negozi, parrucchieri e scuole

L’Emilia Romagna torna in zona arancione dal prossimo lunedì 12 aprile. Insieme a lei, anche Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Calabria mentre Campania, Valle D’Aosta e Puglia restano regioni rosse e la Sardegna (prima, e unica, ad accarezzare il “bianco”) dall’attuale arancione passa al rosso.
In Emilia Romagna, nonostante l’incidenza sia ancora attorno ai 250 e l’alto numero dei ricoveri in terapia intensiva, a far pendere la decisione sull’apertura sono l’Rt in discesa (attorno a 0,80), il drastico calo dei contagi degli ultimi giorni e l’accelerazione della campagna vaccinale.
Per l’Emilia Romagna il ritorno in zona arancione significa la riapertura dei negozi di abbigliamento e calzature, delle gioiellerie e dei mobilifici ma anche di barbieri, parrucchieri e centri estetici. Per la scuola significa invece il ritorno in classe anche di tutti gli studenti di seconda e terza media e, in percentuale dal 50 al 75%, di quelli delle scuole superiori. Stop anche all’autocertificazione per gli spostamenti all’interno del proprio comune e consentito, una volta al giorno, andare a trovare in due (più figli under 14) parenti o amici. Per la provincia di Rimini si tratta di una riapertura che arriva ad oltre un mese dall’avvio della zona rossa che era stata decretata da una ordinanza regionale che aveva anticipato di una settimana i provvedimenti del Governo.
L’Rt nazionale, a quanto si apprende dalla bozza del monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute, è sceso dallo 0,98 allo 0,92. Diminuiscono anche i dati dell’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti (da 232 a 185).
“Da qui a qualche ora – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza – firmerò delle ordinanze e sulla base dei numeri che abbiamo una parte significativa delle ordinanze porterà una parte del territorio dal rosso all’arancione, ciò significa che le misure hanno prodotto una prima piegatura della curva ma il contesto è ancora molto complicato con un tasso di diffusione del virus significativo e le intensive piene“.
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