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giovedì 28 marzo 2024
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Presentati Maniero-Bresciani

Giorgio Bresciani: "A Rimini o si vince o si va via". Striscioni dei tifosi

In foto: Giorgio Bresciani, Alfredo Rota e Andrea Maniero
Giorgio Bresciani, Alfredo Rota e Andrea Maniero
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
sab 17 apr 2021 11:20 ~ ultimo agg. 18 apr 17:40
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Alla vigilia di Fiorenzuola-Rimini, con i biancorossi che faranno visita domani (domenica) ad uno dei due battistrada (vedi notizia), la società biancorossa pensa al futuro, presentando il nuovo direttore sportivo, Andrea Maniero, ed il nuovo responsabile dell’area tecnica, Giorgio Bresciani (vedi notizia), entrambi con alle spalle una carriera da attaccante. E se Maniero era già stato avvistato al “Romeo Neri” nelle ultime due partite interne, la sorpresa è stata l’annuncio dell’ex Torino e Bologna, che si era ritirato dal mondo del calcio per dedicarsi alla sua azienda di servizi, che produce anche mascherine.

Presenti alla conferenza stampa anche il presidente della Rimini Calcio, Alfredo Rota, ed il direttore generale, Antonello Sammarco.

La conferenza stampa è stata trasmessa in diretta sulla pagina Facebook Icaro Sport. e sarà trasmessa su Icaro TV (canale 91) questa sera alle 21:00. 

Prima della conferenza stampa contestazione dei tifosi con due striscioni affissi davanti alla tribuna centrale del “Romeo Neri” contro Rota e Bresciani (vedi notizia).

Si parte con l’introduzione del DG del Rimini F.C., Antonello Sammarco, DG: “Maniero e Bresciani non hanno bisogno di presentazioni. Entrambi sono ex attaccanti. Benvenuti a entrambi”.

Il primo a presentarsi è Giorgio Bresciani. “Vi prego di farmi anche le domande più fastidiose perché devo levarmi dei sassolini dalle scarpe – attacca il nuovo resp. area tecnica del Rimini -. La funzione è quella di riportare il Rimini in una categoria che non è sicuramente la serie D, quindi sappiamo l’impegno ed il rischio che un dirigente ha quando si trova in una realtà così. L’obiettivo è di essere protagonista e quindi di vincere il campionato. Chi viene a Rimini o deve vincere o deve andare a casa. Penso che un responsabile dell’area tecnica debba guardare anche tutto quello che è l’area del settore giovanile. Andrea Maniero, che è stato scelto, ha la fiducia della società e la mia fiducia. Andrea ha la possibilità di fare la squadra, dovrà sempre avere un rapporto con me e con la società. Anche l’anno prossimo con Andrea c’è solo una cosa da fare: ci vuole coraggio per venire a Rimini”.

Sulle ambizioni per il campionato in corso. “Io penso che con le tre partite da recuperare tutti i discorsi si possano riaprire. Teniamo conto anche che il Rimini è stato retrocesso dalla C senza avere la possibilità di giocare i play out. Quindi ci possono essere secondo me anche delle possibilità, se si chiude tra le prime, di essere ripescati. Teniamo conto che è una società che dal punto di vista economico è esemplare, forse la prima in Serie D. Guardiamo oggi, ma teniamo conto che esiste un domani che inizierà a luglio”.

C’è qualche imprenditore che potrebbe entrare nel Rimini tramite lei? “Mi piace questa domanda perché apre un ragionamento legato alla mia esperienza a Civitanova. Io ero a Sulmona, poi sono andato a Civitanova Marche. C’era un imprenditore con me, l’errore mio è che non mi resi conto che questo imprenditore non era in grado di mantenere la Serie D. La responsabilità per quanto ha fatto lui è ricaduta su di me. Invece per giudicarmi bisogna pensare a come ho costruito le squadre, perché la Civitanovese andava in campo e dettava legge. Invece vengo giudicato perché quell’imprenditore non mantenne le promesse, ma è ora di farla finita con il dire che Bresciani sia uno che rovini le società. Bresciani è uno che sa organizzare le società come pochi. Bisogna vedere i risultati tecnici, cosa ha fatto la Civitanovese, invece si dice solo: “Bresciani ha portato uno che non ha pagato”. Ora sono stufo, ho 52 anni tra quattro giorni. A Civitanova ho fatto un lavoro stupendo, a dicembre la gente mi adorava, 34 bonifici non pagati hanno fatto sì che mi si additasse. Non sono qua per portare nessun imprenditore: sono stato chiamato per ottenere un risultato importante. Il primo tassello è Andrea Maniero, arriveranno anche altre figure. Ma noi abbiamo un solo obiettivo: vincere”.

Cosa risponde ai tifosi che fuori dallo stadio la contestano? “Che mi dispiace perché non mi conoscono – risponde Bresciani -. Chiedete che calcio ha fatto Bresciani a Civitanova, che calcio ha fatto e che giocatori ha portato a Civitanova. Poi il presidente mi “muore” a dicembre e crolla tutto. Vi dico anche che io non vivo di stipendi di calcio perché a Rimini non prendo soldi. Faccio questa vita perché mi piace. Ho le mie imprese che vanno bene. Per me fare calcio significa sacrificio, apportare esperienza. Io sono venuto perché voglio provare a riportare il Rimini in LegaPro, poi posso anche levare il disturbo. Io ieri sono venuto al campo: qua si respira un’aria che non è da Serie D, ma in questo momento si è in serie D. Si respira però un’aria diversa. Certo che mi dispiace essere accolto in questo modo, ma posso anche capire i tifosi. Le cose che mandano i tifosi della mia ex squadra non solo “leali”. La mia non è una sfida contro il mondo. L’anno scorso c’è stato un club di Serie B che mi ha chiesto di fare il direttore generale e ho rifiutato. Con il presidente Rota ci sono buoni rapporti. Quando si fa il mio nome si parla sempre di Civitanova e del problema giudiziario, quest’ultimo io l’ho risolto nelle sedi opportune. Chi lo stabilisce se una persone sia seria o meno? Guardiamo a casa di ognuno di noi prima di giudicare una persona. Non si può giudicare una persona perché nel 2016 ha subìto una turbativa d’asta. Ci possono essere problemi: io sono stufo di essere giudicato, esco in prima fila e vado contro vento, altrimenti starei con il mio nipotino a Bologna”.

Microfono al presidente Alfredo Rota. “Tutti coloro che parlano con Rota sembra debbano comprare la Rimini Calcio. Con Bresciani si è parlato di un progetto tecnico, ho ritenuto di approfondire la conoscenza per fare valutazioni ponderate, non di pancia come posso aver fatto il 16 luglio 2020, quando mi sono ritrovato proprietario della Rimini Calcio e quasi manco me ne ero accorto. Abbiamo ragionato su un progetto, che lui ha raccontato poco fa: il Rimini Calcio non deve rimanere in questa categoria, deve ambire ed essere protagonista in categorie superiori, perché il Rimini deve essere protagonista anche in serie C, anche perché se no è meglio essere primi in serie D. In aggiunta c’è Andrea Maniero, che è un protagonista serio che permetterà alla società e a me di toglierci qualche soddisfazione e di tornare dove il Rimini merita di essere. Bresciani ha una mentalità vincente, è molto determinato, convinto, sa di calcio, conosce gente che sa di calcio, di conseguenza grazie a lui si possono aprire anche contatti con squadre di categorie superiori. Io ho imparato a giudicare le persone per quello che fanno accanto a me. Io il calcio lo voglio vivere come divertimento, come svago. E mi è piaciuto ancora di più da quando mio figlio ha iniziato a giocare a calcio. Io questa mattina sono stato qui a vedere Ricchiuti che allenava i ragazzini. Per me è anche un modo per interrompere la routine lavoro-casa-lavoro”.

Cambierà qualcosa nel settore giovanile con l’arrivo di un nuovo responsabile dell’area tecnica e di un nuovo DS? “Bresciani e Maniero incontreranno chi dovranno incontrare e parleranno, arrivando a conclusioni delle quali io poi verrò messo a conoscenza. Non sono io che dovrò decidere chi dovrà allenare le diverse formazioni giovanili”.

Se il Rimini dovesse arrivare ai play off? “Andiamo in C. Vinciamo il campionato e andiamo in C, se non lo vinciamo andiamo in C ugualmente. Noi faremo di tutto o attraverso il ripescaggio o attraverso meriti, quindi vittoria del campionato”.

C’è qualcuno interessato ad entrare nel Rimini in questo momento? “C’è una cordata di messicani, una cordata di sceicchi… li mettiamo tutti in un tavolo riunito per acquistare il Rimini senza che nessuno si sveni”.

Andrea Maniero: “Innanzitutto ringrazio il presidente. Avendo avuto la fortuna di conoscerlo grazie al direttore Antonello (Sammarco, ndr) ho visto una persona vera, come in questo mondo ne ho trovate poche. Io penso che un presidente così bisogna tenerselo stretto. Lo dico perché lo penso e sono fatto così”.

Quali saranno le sue prime mosse? “Sono arrivato qui da due-tre giorni e ho parlato con i ragazzi prima della partita con il Livorno. Ho parlato 30″ perché volevo che fossero concentrati sulla partita. Io sono un uomo di campo, parto con l’osservare, cerco di imparare la storia della realtà in cui vado e quella del Rimini è una storia importante, di tifosi importanti, Ho vissuto qui due anni non giocando nel Rimini e quando andavo in giro non mi ha mai detto niente nessuno seppure fossi un avversario. I tifosi hanno bisogno di soddisfazioni: quando è arrivata la proposta del Rimini ho pensato a loro. Sono partito quindi cerando di imparare la storia di questa società, la sto studiando bene per arrivare a quello che mi piace di più. Arrivo in punta di piedi perché mancano ancora tante partite alla fine del campionato e tutto si può costruire. Ricordiamoci che veniamo da una pandemia. Io guardo le cose molto buone che ci sono in questa società e anche le poche cose negative, anche quelle piccole perché anche le ciabatte dei giocatori fuori posto vanno sistemate perché l’ordine nella vita ti porta a fare risultati. Io osservo molto e poi cerco di costruire qualcosa insieme ai giocatori. Molti dicono che il direttore sportivo faccia le squadre, non è vero perché non è solo quello il suo lavoro”.

Che idea si è fatto della squadra attuale? “Ci cono due momenti di questa squadra: il momento iniziale, quello in cui c’è stato il cambio di allenatore, che ha portato ad un percorso in salita: la squadra è stata colpita tre volte dal Covid e vi posso assicurare che questa cosa è devastante, sono persone che soffrono, che sono a casa, che possono avere difficoltà respiratorie. E poi c’è quest’ultimo momento: ho visto una squadra che contro il Livorno ha corso. Ha dei valori e giocatori forti. È chiaro che poi ci vogliono giocatori che si possano amalgamare l’uno con l’altro. Tutto va mescolato bene, ma questa squadra ha dei valori”.

Avete già blindato qualcuno in vista della prossima stagione? “No perché mancano ancora undici partite. Il giocatore deve dimostrare di voler rimanere qui. Come ha detto il presidente, questo campionato è ancora aperto, non per il primo posto perché ci sono tre squadre davanti. Noi a Matelica abbiamo perso un campionato con 12 punti di vantaggio, all’ultima giornata con un calcio di rigore per noi sbagliato, e Pesaro è stata promossa al nostro posto. Noi vogliamo prendere i play off. Non conta nemmeno vincerli. C’è una graduatoria, puoi arrivare quinto come ha fatto Imola, che era l’unica squadra che aveva fatto domanda. Quell’anno con il Matelica abbiamo battuto un sacco di record e siamo rimasti in serie D. In Italia vale tutto. Noi dobbiamo pensare al campo e a fare bene. L’allenamento di oggi è andato bene. Ho parlato con 3-4 ragazzi”.

Nella prossima stagione si ripartirà da Mastronicola? “È ancora presto” risponde Rota.

La società ha posto dei paletti? “Io sono sempre stato abituato a fare tutto da solo dove sono stato – riprende Maniero: ho portato nella mia carriera 12-13 giocatori dall’Eccellenza alla Serie D, anche giocatori dimenticati. Sono un ragazzo tranquillo, sono un uomo leale e sincero. Se devo dire una cosa la dirò al presidente, la dirò a Giorgio (Bresciani, ndr) e la dirò ad Antonello (Sammarco, ndr). Se credo sia giusto prendere un giocatore io in primis ne parlerò con l’allenatore. Il giocatore deve essere prima valutato da me umanamente. Io ci esco tre-quattro volte, devo capire se può fare parte di un gruppo sano. La parola vincere la lascio a Giorgio, al presidente e ad Antonello. Si giocherà per vincere, ma bisogna fare così per arrivare ad un obiettivo molto importante. E i giocatori quando vengono qua devono capire che prima di tutto i comportamenti devono fare la differenza”.