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Telefonia, fronte rovente

Ina Casa, la protesta contro l'antenna: oggi in strada, a breve al Tar

In foto: i residenti in strada
i residenti in strada
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 6 feb 2021 18:15 ~ ultimo agg. 7 feb 12:53
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In via Argelli, al quartiere Ina Casa, c’è già la base di cemento per l’antenna da 36 metri, autorizzata a seguito delle verifiche da prassi di Arpa e Ausl. Ma i cittadini invocano da mesi il principio di precauzione per la vicinanza a case, scuole e campi sportivi. Oggi pomeriggio hanno spiegato le loro ragioni e sono pronti a farlo anche davanti al Tar: si sono affidati a un avvocato che ha presentato un pre-ricorso al Comune e che nei prossimi giorni presenterà un ricorso al Tar. I residenti chiedono quali alternative siano state proposte a Iliad, prima di arrivare a collocare un impianto in un pieno centro abitato. Allargando poi la riflessione sulla “saturazione” da antenne all’intero territorio comunale, dove sono già presenti altri 260 impianti per la telefonia.

L’assessore Montini, invitata, ha fatto sapere di avere un altro impegno ma di essere pronta a un nuovo incontro nei prossimi giorni. Invitati anche i candidati: presenti Emma Petitti e Mario Erbetta. Sadegholvaad era impegnato in un incontro pubblico a Viserba sui lavori per il lungomare.

Emma Petitti ritiene che sarebbe utile “realizzare una mappatura del fondo elettromagnetico su tutto il territorio comunale” ma anche “un Tavolo della telefonia e tecnologia innovativa dove valutare in modo partecipato e organico le innovazioni tecnologiche e lavorare per un Aggiornamento del regolamento comunale evidenziando le aree sensibili da proteggere”.

Per Mario Erbetta, più volte intervenuto anche in Consiglio Comunale sulla questione: “ha ragione l’ingegner Bersani (di Federconsumatori): serve un regolamento per la evitare la prolificazione delle antenne telefoniche. E’ una mia vecchia battaglia e ogni giorno sempre più attuale. L’amministrazione comunale dietro le ragioni preminenti dell’importanza nazionale delle telecomunicazioni autorizza di tutto e di più alle aziende telefoniche. La scusa principale e che gli enti preposti Arpae e Ausl Romagna se danno l’autorizzazione il Comune, se non ci sono vincoli particolare sulla zona scelta, deve dare l’autorizzazione. Questa impostazione è parzialmente vera, perché si il Comune deve dare l’autorizzazione in questi casi ma può , anzi deve, fare una mappatura delle antenne esistenti e prevedere tramite un piano i luoghi dove poterne installarne altre. Nel mio programma elettorale ho inserito proprio la necessità urgente di un regolamento che partendo da un censimento delle antenne preveda le zone dove eventualmente fare nuove installazioni, lontane da centri abitati e in particolare da luoghi sensibili. Non e’ possibile autorizzare antenne all’Ina casa, come a Miramare nelle vicinanze di scuole e luoghi sensibili. Abbiamo dimostrato grazie ai battaglieri abitanti di Viserba che è possibile trovare posti alternativi e ancora di più se li prevediamo prima non lasciamo spazio eccessivo alle aziende telefoniche e a privati senza scrupoli. Questa è la strada che seguirò se diventerò Sindaco”.

A chiedere un aggiornamento del regolamento comunale è anche Emilia Romagna Coraggiosa di Rimini: “Se è vero come è vero che tutta la cittadinanza ha a sua disposizione e usa le tecnologie più avanzate in termini di connettività in una società sempre più proiettata nel digitale, non si può far finta che le amministrazioni non siano rimaste immobili rispetto alla tutela della salute e delle condizioni degli stessi cittadini a questo riguardo. Quanto sta accadendo negli ultimi tempi, in particolare per quel che riguarda l’insediamento delle antenne per gli impianti di telefonia, sta facendo emergere l’arretratezza dei regolamenti comunali, che, se non aggiornati, lasciano spazio ad insediamenti che possiamo definire “fuori luogo”, con i gestori della telefonia che piazzano antenne a ridosso di punti sensibili o nel pieno di quartieri con alta intensità di popolazione. Chiaramente queste dinamiche lasciano sbigottiti i cittadini che si ritrovano, senza esserne prima informati, troppo spesso davanti al fatto compiuto.
Occorre quindi mettere mano ai regolamenti comunali, poiché attraverso quelli si possono evitare situazioni come quelle che si stanno verificando negli ultimi tempi nei quartieri della nostra città; solo così le compagnie gestrici possono essere messe davanti all’impossibilità di fare ciò che vogliono. Le amministrazioni ne hanno la possibilità ma devono aggiornare i regolamenti e togliersi da un immobilismo che altrimenti le rende succubi passivamente”.

In un post su Facebook, Nicola Marcello (FdI) scrive: “Mi dispiace non aver potuto partecipare oggi , per postumi da vaccino, alla manifestazione degli amici del quartiere Ina Casa ( il mio quartiere 4 ) per la giusta e sacrosanta protesta contro la installazione del “mostro di antenna da 30 metri” in via Argelli!
Sono due anni che chiedo ( prima di tutti ) una revisione del regolamento comunale circa la installazione di antenne di telefonia suggerendo due criteri fondamentali: 1 lontananza di almeno 150 metri da civili abitazioni.
2 utilizzo di siti demaniali in modo che gli introiti vadano nelle casse comunali !

Sono pronto a dare il mio contributo scientifico e finanziario per il ricorso al TAR ! “