Indietro
menu
Attualità Rimini

Pecci (Lega): Esercito per tamponi e ospedali da campo per evitare emergenza

In foto: Marzio Pecci
Marzio Pecci
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 11 nov 2020 20:53
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Esercito impiegato per fare i tamponi e ospedali da campo per far fronte all’emergenza dei posti letto. Sono le strade indicate dal capogruppo della Lega a Rimini Marzio Pecci che chiede anche ulteriori alberghi Covid per evitare il collasso del sistema sanitario e nuovi lockdown.


L’intervento di Marzio Pecci:

I dati sui contagi che escono dalla Prefettura e dalla Ausl non sono incoraggianti. Non dubitiamo sull’esattezza dei dati, ma ci piacerebbe anche conoscere le guarigioni, perché anche i colpiti da Covid, se adeguatamente curati, guariscono.

Detto chiaro che per rispetto degli “altri” bisogna usare tutte le precauzioni per evitare il contagio, fare attenzione, avere senso di responsabilità, seguire i protocolli, occorre che gli enti pubblici intervengano in modo organizzato, in via preventiva, per garantire le cure sanitarie a tutti i cittadini.

Le liste di attesa per visite ambulatoriali ed interventi chirurgici non possono essere modificate e gli appuntamenti devono essere confermati.

Leggiamo che il Servizio sanitario regionale è in apparente sofferenza, ma chi ha le responsabilità politiche ed amministrative deve impedire il collasso della struttura sanitaria di fronte al prevedibile aumento della domanda di prestazioni che si verificherà, sicuramente, nelle prossime settimane invernali quando la temperatura si abbasserà.

Utile è, ora, l’ausilio del personale sanitario dell’Esercito Italiano per l’esecuzione dei tamponi, la cui risposta dovrà essere data in tempi rapidi, ma dopo questo contributo bisogna proseguire nel progetto di sviluppo del servizio sanitario perché sappiamo tutti che solo questo contributo non sarà sufficiente.

E’ ampiamente dimostrato che l’infezione da Covid si può curare, ma occorre che le cure siano prestate nella struttura sanitaria, sotto il controllo medico del paziente, costante e continuo, per evitare che la malattia si aggravi e si debba ricorrere alla terapia intensiva.

E’ evidente che i posto letti nelle strutture sanitarie esistenti non sono sufficienti ed allora, come abbiamo detto alcuni giorni fa, occorre ricorrere all’aiuto degli ospedali da campo dell’Esercito Italiano e della Marina per supportare la crescente domanda di cure ospedaliere per il Covid.

Se poi alle strutture sanitarie militari si aggiungessero alcuni alberghi Covid per garantire la completa guarigione degli ammalati o per monitorare i pazienti positivi ed asintomatici avremmo la garanzia del buon funzionamento della struttura sanitaria e la vita quotidiana potrebbe, così, continuare nell’apparente normalità senza le minacciate ulteriori restrizioni.

Prendiamo atto delle dichiarazioni del Direttore Generale della Ausl che riferisce di non prevedere, allo stato attuale, nessuna sospensione per le attività già programmate, ne’ per gli screening, ma rimanda, poi, ai direttori delle varie strutture le decisioni sul punto.

In tal modo si rischia di vedere ridotte le prestazioni da erogare che è proprio quello che vorremmo evitare e che può essere evitato proprio con l’intervento, già da adesso, del contributo dell’Esercito e della Marina.

Ricorrere al lockdown perché la politica dei tagli alla sanità ha imposto la riduzione delle strutture, dei posti letto e del personale sanitario non è degno di un Paese civile e per questo occorre cambiare strategia ed affrontare l’emergenza con misure adeguate come il buon senso impone.