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Dai cinghiali alla SS16

Le criticità dell'agricoltura. Coldiretti incontra il Prefetto

In foto: l'incontro in Prefettura
l'incontro in Prefettura
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 1 minuto
mar 11 ago 2020 18:15 ~ ultimo agg. 19:03
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Oggi in Prefettura a Rimini c’è stato un incontro tra la delegazione della Coldiretti Rimini – rappresentata dal Presidente provinciale, Guido Cardelli Masini Palazzi, dal Direttore Anacleto Malara e dal vice direttore Giorgio Ricci – e il Prefetto Giuseppe Forlenza. tanti i temi in discussione: dalle opportunità occupazionali e ‘di futuro’ che l’agricoltura locale può offrire ai giovani, alla necessità di una sinergia tra la riviera e l’entroterra, alla battaglia di respiro europeo per la trasparenza e tracciabilità in etichetta delle produzioni agroalimentari sino alle criticità più strettamente legate al territorio come l’annoso problema dei danni provocati ‘in campo’ dalla fauna selvatica o, ancora, la cronica carenza d’acqua che nei mesi estivi, fattori che mettono in pericolo i raccolti rischiando di vanificare mesi di duro lavoro e gli investimenti degli agricoltori e allevatori riminesi. Insieme al carico burocratico ‘in eccesso’ che “spesso toglie all’imprenditore tanto, troppo tempo utile al lavoro in campagna”

Coldiretti ha illustrato al Prefetto anche diverse priorità, a cominciare dalle enormi difficoltà nella gestione della fauna selvatica, dai cinghiali ai lupi, che provocano ingenti danni alle colture e allevamenti, peraltro mettendo anche in pericolo la sicurezza della circolazione stradale e quindi degli utenti della strada

Da ultimo  il Vice Direttore Ricci ha posto l’accento del rischio enorme per l’agricoltura che come comparto economico spesso finisce in secondo piano rispetto ad altri settori e in riferimento alla nuova Statale 16 come il terreno agricolo (bene strumentale degli agricoltori) sia sempre il bene da sacrificare per il ‘cosiddetto sviluppo’ che pare debba realizzarsi sempre e solo a scapito delle aree rurali, considerate di fatto come serbatoio residuale per altri usi. Pur riconoscendo l’importanza strategica dell’opera, conclude Ricci, riteniamo necessario  al fine di tutelare tutte le aree ad alta produzione e il reddito agricolo, prevedere  un tracciato meno impattante.