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Eolico, perplessità bipartisan ma il consiglio boccia odg per dire no a progetto

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
mer 15 lug 2020 18:05 ~ ultimo agg. 18:53
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Ieri sera il dibattito in consiglio comunale a Rimini si è concentrato sull’ordine del giorno presentato dal consigliere di minoranza Gennaro Mauro per dire “no” al progetto di impianto eolico davanti alla costa riminese. Tanti gli interventi da parte dei consiglieri e dello stesso sindaco così come le perplessità espresse da minoranza e maggioranza ma alla fine il consiglio ha votato contro: 15 a 10 l’esito della votazione.

Ecco alcuni degli interventi e dei commenti del giorno dopo 

. La sintesi dell’intervento del sindaco Andrea Gnassi

“L’energia alternativa e il superamento delle fonti fossili è il tema della società contemporanea. Non si può ridurre tutta la discussione a “eolico sì” o “no”, ma ogni tipo di riflessione sulle fonti energetiche deve essere calata su un’idea di società e in una programmazione strategica. Non cadiamo nel trabocchetto del far coincidere il giudizio sul progetto della centrale eolica sul giudizio sulle fonti fossili: le critiche sostanziali al progetto non significano avere una posizione ecologicamente scorretta e di retroguardia sul tema. Non si tratta di ascrivere qualcuno al partito contrario all’eolico, ma di inserire il ragionamento sulla transizione verso le energie alternative e sull’uso delle diverse fonti all’interno di una pianificazione strategica, nell’ambito della rivoluzione proprio in senso sostenibile che Rimini ha avviato sul proprio modello di sviluppo. Tutte le discussioni e le riflessioni dunque, incluse quelle sull’eolico, vanno inserite in una pianificazione strategica, in una pianificazione territoriale e urbanistica, dentro una pianificazione trasportistica, della mobilità, di una riqualificazione energetica della pubblica illuminazione. C’è quindi la necessità, a fianco ad un piano energetico nazionale applicato ai territori, di un reale piano energetico locale.

Ecco perché, pur avendo dei punti nel merito condivisibili, ritengo troppo fragile l’ordine del giorno presentato dal Consigliere Gennaro Mauro. Voglio però interpretarlo come una porta aperta, come un salto compiuto dall’opposizione che si è resa conto finalmente della necessità di un cambiamento del paradigma di sviluppo del territorio. Ma se rivoluzione deve essere, che rivoluzione sia. Si pensi che fino al 50% del consumo di energia dipende dalle abitudini personali legate al trasporto, al consumo domestico. Siamo disposti a cambiare queste nostre abitudini per concorrere ad un piano energetico nazionale, a partire ad esempio dall’utilizzo dell’auto? Non si può fare la battaglia evocativa, dicendo “no al mostro nel nostro mare” e allo stesso tempo perseguire in comportamenti e abitudini che sono contrari ad un reale cambiamento.

Questo Paese merita un po’ di più di soluzioni one shot one spot, più di una centrale con 54 pale di duecento metri fuori mare a 4 miglia e mezzo, alte come il grattacielo di Rimini. Vogliamo discutere di un piano energetico nazionale che lungo lo Stivale, su 7.500 km di costa, prevede situazioni diverse, magari con soluzioni più sottocosta, dove non c’è la dimensione dei 27 milioni di presenze turistiche? Una riflessione un po’ più assennata, guardando a situazioni dove il mare non è solo l’evocazione poetica della ‘lunga linea blu’ di Tonino Guerra, ma dove il mare è economia: non avrebbe più senso un parco eolico a 30 miglia invece che 4, magari galleggiante, come c’è al largo di Marsala? Evidentemente si tratterebbe di un’operazione a costi maggiori, ma allo stato attuale la centrale conviene solo a chi la fa.

Il giudizio della Giunta rispetto al progetto della centrale eolica è stato puntuale e si è sviluppato attraverso i corretti percorsi amministrativi. Abbiamo mosso una serie di osservazioni precise circa ad esempio i rischi per l’attività della pesca, il punto di approdo a terra e la stazione di conversione, che avrebbe un impatto anche sul territorio collinare, sul quale si sta investendo per progetti turistici legati alla bellezza del paesaggio e alla cultura del cibo e del vino. Osservazioni sul fine vita dell’impianto eolico e non da ultimo sull’inquinamento visivo del paesaggio. Rendiamoci conto che rompere l’infinito di uno spazio aperto come il mare ha un costo molto alto. Noi vogliamo l’impatto visivo zero.

La discussione che facciamo quindi è nel merito del progetto presentato. L’eolico off shore al largo di Marsala non è un’ipotesi da non guardare, è una realtà. Si è parlato anche di siti industriali: ci sono decine di milioni di metri quadrati nel territorio provinciale le cui superfici potrebbero essere usate per la riconversione energetica degli edifici stessi, sull’esempio Fiera. Possiamo prevedere meccanismi, incentivi, credito di imposta, defiscalizzazione per tendere conveniente questa riconversione?

Anche a questo potrebbe essere utile un piano energetico locale su cui potremmo lavorare prendendo come riferimento case history internazionali, anche con il contributo dell’università, non a caso Rimini è sede del dipartimento di Scienze e qualità della vita. Chi dice che siamo contro la riconversione, deve fare i conti con quello che abbiamo fatto fino ad oggi a Rimini, dal Parco del Mare che contribuirà alla riduzione delle aree impermeabilizzate, agli interventi sulla mobilità. Noi già domani potremo essere in grado di sviluppare un piano di sviluppo energetico locale e qui c’è la sfida che colgo con l’opposizione e che rilancio al consiglio comunale: costruire un futuro e fare delle scelte sulla base di queste riflessioni. La riconversione è molto più faticosa, più impegnativa, ma anche più bella e in grado di produrre più posti di lavoro”.

. La nota della consigliera Pd Giulia Corazzi

Si è svolto nella giornata di ieri il consiglio comunale di Rimini dedicato al tema del progetto del “parco eolico” così come più volte rinominato.  
Una discussione delicata che però va inserita in un più ampio sistema di ragionamento legato al tema della salvaguardia dell’ambiente e ai temi del risparmio energetico. Lo dobbiamo alla mia generazione che da tempo ha reso l’impegno per l’ambiente ciò che deve essere per tutti, una battaglia quotidiana per la sopravvivenza del nostro mondo così come lo conosciamo e per il nostro futuro che mai come ora è a rischio. Parole che possono sembrare sentite e risentite ma che invece ci devono dare la dimensione dell’urgenza in cui ci troviamo. Il tempo per delegare ad altri la cura del nostro pianeta è finito.
Per questo c’è un primo punto, che per noi come forza politica di governo del territorio è imprescindibile.
Che è il punto politico. Oggi sappiamo per certo che il tema della transizione energetica verso nuove forme di produzione e consumo è alla base della riconversione del modello di sviluppo.
Mi fa piacere notare come alcuni esponenti del centro-destra di questo territorio si siano completamente ricreduti in merito, e che oggi sentano forte il bisogno di mettere la sostenibilità ambientale al primo punto tra le priorità.
Per noi una priorità lo è da tempo, e lo stiamo dimostrando al governo delle istituzioni europee facendoci promotori del “Green New Deal” il piano da 1.000 miliardi voluto dalla commissione per l’incentivo e il cambio di paradigma della produzione e dei consumi.
Siamo anche la forza che al governo sta insistendo per la necessità di un piano energetico nazionale per le energie rinnovabili.
Il nostro modello di sviluppo deve avere la sostenibilità delle scelte e a Rimini lo abbiamo tradotto in fatti concreti. Dalle scelte sul sistema di smaltimento dei rifiuti a quelle per la salvaguardia del nostro mare, con il piano di salvaguardia della balneazione, PSBO.
Ma anche sul piano del trasporto e delle immissioni la realizzazione delle reti ciclabili, con il piano urbano della mobilità sostenibile e la messa in campo di strumenti come il TRC, sono alternative credibili e concrete all’uso quotidiano delle auto.
Per non parlare poi del grande investimento, che oggi è realtà, per liberare dalle auto e riqualificare il nostro lungomare, modello di un nuovo tipo di turismo più green, legato al benessere e alla salute.
Per questo motivo come Pd della Provincia di Rimini non accettiamo di essere tra quelli contrari alle energie rinnovabili. Anche il Vicesegretario nazionale PD Orlando e la responsabile nazionale ambiente Chiara Braga hanno ribadito questo orizzonte ideale.
Altra cosa però è l’esame nel merito di un progetto presentato e in corso per ricevere le necessarie autorizzazioni. Un progetto di cui nel merito conosciamo solo alcuni aspetti che nella loro parzialità non ci convincono, come il grosso impatto ambientale che avrà sul nostro territorio, i dubbi legati al fine vita dell’impianto e soprattutto sulla qualità del progetto quando proprio in Italia sono già in sviluppo sulle coste di fronte a Marsala soluzioni meno invasive e più innovative.
Serve di più e limitarci, come sempre, a dichiararci a favore o contro ad un singolo progetto per poi sentirci con la “coscienza a posto” ci fa perdere di vista quella che deve essere la strada da percorre: quella di una vera e aperta discussione con tutte le realtà del nostro territorio per investire concretamente in scelte volte al risparmio energetico e alla salvaguardia del nostro ambiente, trovare e investire su opportunità vere e innovative che non penalizzino il nostro territorio ma che anche in modo radicale lo rendano un esempio su questi temi. Lo dobbiamo alla mia generazione e a quelle che verranno che pretendono da noi che questi temi non siano argomento di discussione sterile solo in qualche consiglio tematico, ogni tanto, ma devono essere alla base di tutte le nostre scelte e orientare, in quanto prioritari, la nostra attività politica e amministrativa sempre. Non possiamo più aspettare e lasciare che altri, i nostri giovani soprattutto, subiscano la nostra indecisione.

. Giorgia Bellucci, consigliera di Italia Viva

Tutti, maggioranza e minoranza, concordiamo sulla transizione energetica, sulla necessità di diminuire l’utilizzo delle fonti fossili e un Green new deal. Questa è già una prima novità! Ma ieri sera il dibattito mancava di molti elementi tecnici, domande che non hanno trovato risposta perché nessun esperto, tecnico o la ditta interessata è stato convocato dalla minoranza. Per questo – continua – ho richiesto un consiglio tematico aperto dove associazioni di categoria, le istituzioni coinvolte, i cittadini possano confrontarsi. Dovrà poi essere la politica a decidere e fare la sintesi”.

Ci sono molte incertezze e preoccupazioni. “Mi voglio soffermare su alcuni punti sul quale vorremmo approfondimenti prima del sì o del no al progetto: siamo una città a vocazione turistica, 59 aerogeneratori a 10 km dalle nostre coste avrebbero un impatto visivo importante, è necessario allontanarci dalla terra ferma di almeno 15 km se non di più e rivederne la forma. C’è il tema del fine vita, deve essere certo, se no saranno le generazioni future a pagarne le conseguenze. Un’attenzione importante dobbiamo rivolgerla alla navigazione della nostra marineria, una delle più grandi dell’adriatico, salvaguardare le imprese e le famiglie che lavorano. Il parco eolico dovrà essere -di ultima generazione, magari galleggiante, per diminuire l’impatto ambientale, campi magnetici nulli e vogliamo vedere nero su bianco le opere di compensazione per il nostro territorio e i cittadini”.