Indietro
menu
tutta salute su icaro tv

Plasmaterapia, scenari futuri e il dottore della rianimazione: "#dipendedame". Guarda la puntata

In foto: il Dottor Pedrazzi e Lucia Renati
il Dottor Pedrazzi e Lucia Renati
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 11 mag 2020 18:26 ~ ultimo agg. 12 mag 16:17
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Questa è la fase di convivenza e cautela per non tornare al lockdown.

Li abbiamo chiamati angeli, eroi, li abbiamo applauditi e ringraziati per essersi messi al nostro servizio senza risparmio. Sono i medici e gli infermieri che hanno affrontato il virus, nei primi momenti anche a mani nude, e infatti in Italia sono morti 150 medici e numerosissimi infermieri.

Altri 15 giorni di sacrificio li dobbiamo fare anche per loro. La situazione è certamente migliorata dalla fine di marzo, ma c’è ancora della strada da fare perché il virus è ancora tra noi e bisogna portare rispetto per chi è ancora ricoverato e per il personale medico.

Tra gli appelli da parte di chi in questi due mesi ha combattuto in prima linea contro il coronavirus vale a dire i medici e gli infermieri delle terapie intensive di tutta Italia, c’è anche quello di Gian Matteo Pedrazzi, medico della terapia intensiva di Rimini. In un video che ha fatto il giro dei social network ha affidato un messaggio da “riminese doc”.  Il Dottor Gian Matteo Pedrazzi ha spiegato qual è la situazione attuale nella terapia intensiva di Rimini e ha parlato del suo momento più difficile.

“La fase uno è stata difficile – ha detto il Dottore riminese ma la fase due sarà altrettanto difficile. Tutto è legato al comportamento che si terrà nelle prossime settimane perché eventuali errori avrebbero gravi conseguenze”. Il dottore infine lancia un nuovo hashtag: #dipendedame.

Con il Dottor Pasini – epidemiologo, esperto di medicina del turismo – Lucia Renati ha parlato del passaporto sanitario e della plasmaterapia. Il plasma, ricco di anticorpi, è stato già utile durante altre emergenze sanitarie come Ebola e Sars e a Wuhan, la città cinese focolaio dell’epidemia di Covid 19, sono stati 1000 i pazienti trattati con il plasma delle persone guarite e idonee alla donazione con risultati incoraggianti. Per il ministero della Salute però: “L’uso del plasma come terapia per il Covid-19 è attualmente oggetto di studio in diversi paesi del mondo, Italia compresa. Questo tipo di trattamento non è da considerarsi al momento ancora consolidato perché non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste sulla sua efficacia e sicurezza, che potranno essere fornite dai risultati dei protocolli sperimentali in corso”.

GUARDA LA PUNTATA: