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proposta e riflessione

Presepe vivente a maggio? Questione di "compagnia"

In foto: il presepe di Miramare
il presepe di Miramare
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 11 mag 2020 13:47 ~ ultimo agg. 13:49
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Maria Letizia Lazzari da anni collabora con Donatella Magnani e tanti altri amici alla realizzazione del presepe vivente che coinvolge tante persone, prevalentemente i bimbi delle scuole di Miramare. Maria Letizia ci ha inviato questa riflessione che apre uno sguardo diverso sul tempo che stiamo vivendo. Una lettera che abbiamo il piacere di porre all’attenzione dei nostri lettori.

Cosa c’entra un Presepe Vivente a maggio? È vero che in questa lunga “clausura forzata” abbiamo un po’ perso il senso del tempo, ma posso assicurare che non foss’altro che per il sole e il caldo di maggio che cominciano a farsi prepotentemente strada anche nel mio appartamento, non posso proprio confondere stagioni e tempi liturgici. No, lo so bene, siamo in tempo pasquale, in cammino verso la Pentecoste. Pure sento la necessità di raccontare quello che sta continuando ad accadere a chi come me e tanti altri ha avuto l’avventura di partecipare al Presepe Vivente di Miramare lo scorso 20 dicembre. Sentivamo che quest’anno era stato proprio speciale, questo mistero dell’Incarnazione narrato da Maria stessa agli apostoli dopo la morte e la resurrezione, ma non potevamo immaginare quanto. Ci siamo ritrovati con alcuni figuranti, musicisti, autori e collaboratori vari nelle vacanze di Natale e nel mese di gennaio per raccontarci i “miracoli” che avevamo visto accadere e goderci la nostra compagnia. Poi all’improvviso, l’imprevisto: la realtà della pandemia ci ha bloccato nelle nostre case, tra nuove routine, nuove e vecchie paure, messe e rosari in tv, didattica online e cura dei più deboli. Abbiamo cominciato a ritrovarci quotidianamente sulle chat di WhatsApp, ci siamo passati preghiere e avvisi, notizie belle e riflessioni nuove, auguri e testi di omelie che danno il “la” alla giornata. Finché un giorno nella chat dei musicisti del Presepe butto lì una proposta: perché non cantiamo e suoniamo insieme anche se a distanza? Il Papa ha chiesto a tutti di recitare il rosario nel mese di maggio, noi possiamo cantarlo: vale il doppio, dice S. Agostino. Gli altri raccolgono entusiasti la proposta e nel giro di una settimana registriamo e montiamo, rigorosamente ognuno da casa sua, la nostra Ave Maria, quella che abbiamo cantato al Presepe. È un’antica canzone tradizionale sarda, che parla di Maria con la poesia e una profondità teologica che non hanno nulla da invidiare all’inno alla Vergine di Dante, chiamandola insieme “Vena e corrente di Grazia”. Registriamo, chattiamo, montiamo, smontiamo e correggiamo. La distanza degli amici è colmata dallo stupore per la cosa bella a cui stiamo lavorando. Scopriamo che il Presepe è Vivente, anche in tempi di Covid, nella bellezza della compagnia che ci facciamo, anche a distanza.

Penso queste cose mentre sto ultimando i lavori di montaggio video e proprio allora comincio ad accorgermi che in questi mesi tutti noi ci siamo sentiti vicini e quello che insieme abbiamo vissuto il 20 dicembre scorso ha continuato a riecheggiarci nel cuore. È come se le parole e i gesti del nostro Presepe fossero diventati ancora più vivi e caldi nel confronto con il dramma di questi tempi di pandemia: lo smarrimento degli apostoli dopo l’ascensione di Cristo, le loro domande, il loro bisogno di trovare la Madre sotto il cui manto rifugiarsi e riprendere forza sono lo stesso smarrimento e lo stesso desiderio che abbiamo provato tutti in questi giorni unici. Nel nostro presepe c’era già la verità e la profondità di questi giorni duri e strani, ma solo la memoria viva, alimentata dal calore della compagnia, di quello che insieme avevamo visto e vissuto ha reso le parole nuovamente di carne. Come dice Peguy, riecheggiando il Vangelo di questi giorni:

Ego sum via, veritas et vita, Io sono la via, la verità e la vita. Le parole di (della) vita, le parole vive non si possono conservare che vive, nutrire vive, nutrite, portate, scaldate, calde in un cuore vivo.…. Come Gesù ha preso, è stato costretto a prendere corpo, a rivestire la carne per pronunciare queste parole (carnali) e per farle intendere,… Così noi, ugualmente noi, a imitazione di Gesù, .… a noi, infermi, .. è stato dato,… di far vivere e di nutrire e di mantenere vive nel tempo quelle parole pronunciate vive nel tempo.

Questo ci stava capitando, di risentire vive oggi le parole eterne. E il Papa ci spiega perché quando parla della memoria dell’appartenenza al popolo

C’è una storia di Dio con il suo popolo. … una storia che porta questa dottrina che è la promessa di Dio, l’alleanza di Dio, essere eletti da Dio. …Canta la storia, la memoria di popolo, di essere popolo… Un popolo peccatore, sempre, tutti lo siamo, ma che non sbaglia in genere, che ha il fiuto di essere popolo eletto, che cammina dietro una promessa e che ha fatto un’alleanza che lui forse non compie, ma sa.”(Omelia Santa Marta 7 maggio 2020)

A questa storia possiamo continuamente attingere freschezza di consapevolezza per il presente. Noi vogliamo cantare questa storia bella.

Per questo abbiamo pensato di riproporre sul sito del Presepe e sul nostro canale YouTube, in questo mese di maggio in cui Papa Francesco ci invita a metterci alla scuola di Maria recitando il Rosario, le nostre piccole “lezioni familiari”: passo dopo passo i misteri gaudiosi raccontati da Lei.

All’indirizzo http://www.presepemiramare.it/, nei giorni del mese di Maggio in cui ricorrono festività mariane (ce ne sono tante a maggio!) pubblicheremo brevi stralci delle edizioni del presepe 2019 e 2018 che raccontano i misteri dell’infanzia di Gesù. I video pubblicati saranno anche visibili sul canale YouTube del Presepe Vivente Miramare all’indirizzo https://www.youtube.com/channel/UCTg2mHusOVyO-GEo2OZIAsQ.

E abbiamo voluto dare un volto e uno slogan alla ripresa della nostra presenza sul web: il volto è quello della Madonna della Misericordia di Giovanni Antonio da Pesaro che tiene il popolo sotto il suo manto così come custodisce in grembo il Figlio di Dio, accompagnato dal titolo “Il Presepe Vivente che fa compagnia”. Sì, perché il Presepe, se è vivente, è presente ogni giorno e in ogni situazione. Anche con il Covid 19.