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appello di federottica

Ottici: "Esclusi da misure di sostegno, ma i clienti sono pochissimi"

In foto: Claudio Corso
Claudio Corso
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 6 apr 2020 15:03
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Poche serrande alzate e solo per i servizi d’urgenza. Gli ottici della provincia di Rimini stanno vivendo l’emergenza sanitaria rimanendo presidio per chi ha problemi di vista e in particolare oggi si tratta per lo più di operatori sanitari e forze dell’ordine. “I clienti sono pochissimi, eppure –  spiegano da Federottica – essendo considerate attività di prima necessità per i negozi di ottica non è scattata la possibilità di avere un credito di imposta del 60% sull’affitto”.

Non ci siamo sottratti a questo compito di servizio – spiega Claudio Corso, presidente di Federottica aderente a Confcommercio della provincia di Rimini –, ma non lavoriamo nel vero senso della parola. Siamo al servizio di tutti coloro che hanno problemi urgenti legati alla vista, da chi rompe gli occhiali a chi li deve urgentemente cambiare, fino a chi utilizza solitamente le lenti a contatto e che ora ha bisogno di consigli e materiale informativo. Ipochi clienti che entrano e richiedono i nostri servizi sono per la maggior parte operatori sanitari e delle forze dell’ordine. Alcuni colleghi, per dare un aiuto ancora più concreto a chi combatte il virus in prima linea, hanno aderito anche all’iniziativa di fornire gratuitamente le lenti a contatto giornaliere monouso al personale sanitario, ai volontari della Protezione civile e alle forze dell’ordine”.

Sulla mancata misura di sostegno. “Ci sembra una ingiustizia – spiega Corso – e come Federottica insieme a Confcommercio stiamo cercando di porvi rimedio. I nostri negozi sono sì aperti, ma di fatto non lavorano e per chi paga un canone mensile d’affitto sarà impossibile poterlo saldare. Pensando al futuro, per la nostra professione sono tanti gli interrogativi. Anche se per noi la disinfezione degli strumenti e degli spazi è sempre stata regolare e fondamentale dopo ogni prestazione, non sappiamo come ci dovremo comportare quando si potrà riaprire”.