Indietro
menu
Intervista a Elena Nati

Mamme, bambini, servizi per migranti e famiglie: cosa si continua a fare

di Silvia Sanchini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 25 mar 2020 11:31 ~ ultimo agg. 27 mar 16:27
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

 Continuiamo a parlare di servizi educativi, ai tempi del Coronavirus. Elena Nati è coordinatrice di due aree di intervento della coop. sociale Il Millepiedi: quella dedicata alle famiglie e l’area protezione sociale.

Coordina quindi servizi di accoglienza per mamme con bambini, progetti Sprar per rifugiati, una comunità di pronta accoglienza, Centri per le famiglie e servizi di educativa domiciliare.

 

Come sono state riorganizzate le vostre attività in questo periodo?

Abbiamo dovuto ripensare i nostri servizi residenziali in tempi brevissimi, e questo ha richiesto davvero un grande sforzo. Abbiamo modificato molte procedure ma soprattutto ci sentiamo in questa fase di voler accompagnare responsabilmente le persone di cui ci occupiamo. Vorremmo essere in qualche modo la voce interiore che le guida a prendere scelte responsabili.

Spesso mamme e ragazzi in difficoltà in questa fase sono spaesati, ricevono informazioni contrastanti, non sempre si rendono conto dei rischi. Il nostro compito è offrire loro riferimenti chiari: sostenerli e responsabilizzarli. Posso dire in generale che tutti stanno facendo un grande lavoro – per il quale ringrazio – e c’è molta collaborazione tra ospiti ed educatori.

Per quanto riguarda i servizi di accoglienza per migranti come vengono gestiti?

Come le altre strutture rimangono regolarmente aperti. Si è molto lavorato sulla sensibilizzazione e sull’informazione, spiegando bene loro cosa stava accadendo anche grazie a tanto materiale messo a disposizione dalla rete: traduzioni, video, infografiche.

Tutti sono stati educati all’uso dei guanti e del disinfettante e a rispettare le regole dei decreti. La Caritas diocesana sta cercando di accompagnare i ragazzi anche continuando le lezioni di italiano attraverso Skype. Naturalmente molti di loro sono preoccupati per i loro cari e le loro famiglie lontane, nostro compito è cercare di rassicurarli e informarli anche su questo.

Per le famiglie cosa state invece mettendo in atto?

Il Centro per le famiglie dell’Unione di Comuni Valmarecchia ha mantenuto alcune attività, a Rimini fino ad ora la chiusura è stata invece totale, ma la buona notizia è che da oggi potremo riaprire. Ci stiamo inoltre organizzando sul lungo periodo per proporre anche a distanza alcune iniziative, per esempio riprendendo l’accompagnamento alla nascita e gli incontri sul massaggio neonatale.

Si è modificato anche il servizio di accompagnamento domiciliare che gestiamo per conto del Comune di Rimini: non possiamo più entrare nelle abitazioni come facevamo prima, ma continuiamo a tenerci in contatto con le persone che seguivamo. Sappiamo che vivono condizioni di forte solitudine e fragilità e non vogliamo che si sentano soli.