Indietro
menu
donazione tramite Confindustria

Anche la Fondazione Gigi Tadei in aiuto all'Infermi

In foto: Emma Tadei insieme al padre, il compianto Vittorio
Emma Tadei insieme al padre, il compianto Vittorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
ven 27 mar 2020 16:27 ~ ultimo agg. 16:34
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Abbiamo aderito come Fondazione Gigi Tadei all’invito di Confindustria Romagna, perché vogliamo fare la nostra parte, vogliamo aiutare a superare questa emergenza, perché mai come in questo momento non possiamo smettere di interessarci agli altri”, dichiara Emma Tadei, presidente della Fondazione Gigi Tadei e azionista del Gruppo Teddy.

I fondi devoluti, attraverso la raccolta di Confindustria Romagna, serviranno per contribuire all’allestimento del 5° e 6° piano del reparto DEA/ Malattie Infettive, che accoglie persone positive al COVID-19. La Fondazione Gigi Tadei, voluta da Vittorio Tadei in memoria del figlio Luigi, sostiene realtà sociali nel territorio riminese e all’estero, proseguendo il sogno di Vittorio di impiegare ogni anno un parte degli utili netti di Teddy per aiutare i più deboli attraverso opere sociali sia in Italia che all’estero.

Ringrazio tutte le migliaia di collaboratori della Teddy e della Fondazione, senza di loro questa donazione, come l’aiuto a tante altre realtà sociali, non sarebbe possibile. E spero che sia per loro, come lo è per me, l’occasione per ricordarci quanto vale interessarci agli altri come ci ha insegnato nostro padre Vittorio. I reportage continui che raccontano come medici, infermieri, personale sanitario stanno affrontando questa emergenza, sono qualcosa di eroico, una grande testimonianza di come la dimensione dell’interesse verso l’altro sia la dimensione più vera in cui vivere tutto, dalle relazioni familiari fino al lavoro. E di questo ce ne sarà ancora bisogno una volta passata l’emergenza: verso di noi che saremo costretti un po’ di più all’essenziale, ma anche verso chi più debole lo è sempre stato: i giovani che cercano il loro posto nel mondo, le persone con handicap tante volte abbandonate oppure i bambini malnutriti e orfani dell’AIDS in Zambia”.