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L'elenco dei casi

L'inoltro compulsivo e irresponsabile. I pericoli delle derive social

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 26 feb 2020 11:18 ~ ultimo agg. 27 feb 14:59
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Affidarsi solo a fonti ufficiali. Un mantra che in questi giorni si è sentito spesso da chi sta gestendo l’emergenza coronavirus, ma evidentemente difficile da trasmettere in una situazione inedita e dove le stesse fonti ufficiali faticano a stare dietro al frenetico ritmo dei social. E anche nel riminese purtroppo i casi di notizie false, inesatte o comunque infondate sono diversi.

Nel pomeriggio di ieri, quando la notizia ha avuto i primi contorni, sono partite le prime catene: “tutti coloro che sono stati nel fine settimana al ristorante in questione (nei messaggi c’è il nome ndr) devono contattare urgentemente l’Ausl – o, a seconda delle versioni, le forze dell’ordine – Si sta facendo il percorso a ritroso del ricoverato all’ospedale di Rimini”. Messaggi di origine ignota: sicuramente nè Ausl nè forze dell’ordine, che si muovono per altre vie legate a protocolli e prassi definite. Ma basta il primo inoltro e la fonte si perde. Non importa, però: molti si sentono in dovere di condividere immediatamente il messaggio a qualsiasi contatto in agenda e in qualsiasi chat, con un meccanismo di viralità che nessun esperto di marketing sarebbe in grado di mettere in piedi.

Stessa rapidità di condivisione ieri sera per audio di persone che affermano di avere avuto notizie dirette sulla vicenda, salvo poi riportare versioni diverse a seconda di chi parla. E stessa prassi: anche senza conoscere minimamente l’identità dell’autore, le condivisioni si moltiplicano in modo esponenziale nel giro di pochi minuti.

E ci sono anche condivisioni sciagurate che rischiano, per incoscienza e superficialità, di creare seri danni ad attività e famiglie. I titolari del bar City di Riccione sono dovuti intervenire ieri sera sui social locali per smentire categoricamente un audio su whatsapp che sconsigliava di frequentare il locale perché nello staff ci sarebbe stata la moglie della persona contagiata. Luca Marchetti, figlio dei titolari, è intervenuto questa mattina alla nostra trasmissione Tempo Reale riepilogando l’assurda vicenda in cui il locale si è ritrovato suo malgrado. La famiglia sta invece valutando se intraprendere azioni nei confronti di chi ha creato e diffuso la falsa notizia. “La gente non pensa che quello che si scrive sulle chat o sui social può raggiungere in pochissimo tempo un pubblico gigante. E creare danni clamorosi”, ci ha spiegato.

il fotomontaggio

Falso anche il fotomontaggio del pulmino della Rai in piazza Risorgimento a Morciano – di cui sarebbe stato originario il primo contagiato romagnola, secondo una news rivelatasi poi infondata.

Chi invece si è già mosso sono alcune aziende sanitarie emiliano-romagnole che hanno già sporto denunce per fake news diffuse con messaggi nelle chat (vedi notizia).