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Nel mirino i maxi canoni

Chiusure Marina Centro. La riflessione di Lucio Paesani (Coconuts)

In foto: Lucio Paesani
Lucio Paesani
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 7 feb 2020 15:00 ~ ultimo agg. 8 feb 16:48
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La repentina chiusura del ristorante America Graffiti in piazzale Kennedy (vedi notizia) riapre la discussione sui maxi canoni demaniali, probabilmente una concausa di quanto accaduto. Dopo la Finanziaria del 2007 infatti, le concessioni definite “pertinenziali” (strutture inamovibili costruite su suolo pubblico) a seguito della procedura di incameramento, hanno iniziato a dover pagare secondo i parametri dell’Agenzia delle Entrate e quindi molto più: 13 le strutture riminesi che rientrano in questa tipologia e sborsano tra i 90 e i 180mila euro a fronte, ad esempio, dei 5mila in media pagati prima della Finanziaria incriminata.

Sono spariti negli ultimi anni ben 10 localispiega Lucio Paesani, titolare del Coconuts, alla trasmissione di Icaro Tempo Reale “questo vuol dire perdita di valore commerciale per Rimini che aveva questa rete di locali sulla passeggiata che avevano un valore turistico e facevano da presidio per il territorio“. Per non parlare poi dell’impatto sull’occupazione. “Stiamo parlando di strutture che sono li da 40 anni – prosegue – e che sono figlie di una situazione nazionale e riminese che ha visto alcune deficienze procedurali nei condoni che molti avevano presentato.” Secondo Paesani, alla luce anche della riqualificazione prevista con i lavori del Parco del Mare si sarebbe dovuto “affrontare contestualmente anche la chiusura delle posizioni di abuso edilizio ancora aperte”. “A tutte queste attività – dice – non è mai stata data la possibilità di innovare, di investire o di ristrutturare perché è tutto bloccato.” “E’ giusto che dove ci sono abusi, questi vengano sanati” rileva Paesani “ma ci sono altri modi prima di arrivare alla demolizione“. Il titolare del Coconuts cita, ad esempio, la possibilità di concedere permessi per la realizzazione di strutture amovibili oppure, come recentemente fatto, agire sul Rue inserendo premi di cubatura per chi vuole ampliare e dotarsi di servizi di cui è sprovvisto.” “I tempi sono cambiati – conclude Paesani – quando ho avviato il Coconuts stavo aperto 100 giorni all’anno mentre ora sono 180 e lo scorso anno per restare aperto in un mese di maggio in cui il tempo è stato inclemente mi sono preso il sequestro di parte del locale per un telo in pvc che riparava da pioggia e vento i clienti. Non si può parlare di destagionalizzazione e poi non dare agli operatori gli strumenti per lavorare.