Indietro
menu
la tragedia di via chieti

Omicidio a Riccione: prima la richiesta di soldi negata, poi il raptus

In foto: i carabinieri di fronte alla villetta di via Chieti
i carabinieri di fronte alla villetta di via Chieti
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 8 gen 2020 16:33 ~ ultimo agg. 9 gen 17:41
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min Visualizzazioni 4.424
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Nessun gioco finito male, come sembrava in un primo momento, ma una richiesta di denaro che Rosa Santucci ha respinto in maniera brusca: “Basta, solo i soldi sai chiedere”, avrebbe risposto con tono deciso al nipote, affetto da seri problemi psichici. Probabilmente in preda ad un raptus, Alessio Berilli ha messo una mano in faccia alla nonna premendole con forza un dito in un occhio. L’88enne a quel punto ha tentato di difendersi come ha potuto, afferrando il braccio del nipote, che però ha continuato a premere fino a quando Rosa non è caduta a terra sbattendo violentemente la testa sul pavimento del corridoio.

Adesso sarà il medico legale incaricato di effettuare l’autopsia dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi a stabilire se a uccidere nonna Rosa sia stata la forte pressione esercitata sul bulbo oculare o la caduta a terra che le ha provocato una vistosa lacerazione alla nuca. Berilli, 42 anni, arrestato dai carabinieri di Riccione con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, durante l’interrogatorio fiume di ieri ha ripetuto più volte che non voleva uccidere la nonna. A farlo reagire in maniera così spropositata potrebbero essere state anche le insistenze della nonna nell’assunzione dei farmaci previsti dalla terapia per curare i suoi disturbi. Farmaci che il 42enne, seguito dai servizi di igiene mentale dell’Ausl fin da quando era giovanissimo e riconosciuto invalido civile al cento per cento, non voleva assumere perché lo rendevano confuso e nervoso.

E’ proprio questo il motivo che il 4 gennaio, tre giorni prima dell’omicidio, lo spinge a recarsi nella caserma dei carabinieri di Misano per denunciare una “congiura familiare”. Berilli in quell’occasione avrebbe dichiarato ai militari di essere costretto ad assumere quei farmaci. Il suo racconto però è confuso, a tal punto da scambiare i nonni per i genitori. I famigliari, ascoltati dai carabinieri subito dopo l’accaduto, raccontano che Alessio aveva un ottimo rapporto con nonna Rosa, che lo adorava. In passato tra i due ci sarebbero stati alcuni banali battibecchi per pochi euro. Soldi che Berilli ogni tanto era solito chiedere all’anziana nonna, con la quale viveva al piano rialzato della villetta bifamiliare di via Chieti. Mai, però, era stato aggressivo con lei. Fino a ieri, quando di fronte a quel rifiuto ha perso la testa.

In attesa dell’esito dell’autopsia, che si svolgerà domani, il magistrato in sede di convalida del fermo (che dovrà avvenire entro 48 ore) presenterà al giudice anche la richiesta di perizia psichiatrica per accertare se Berilli, difeso dall’avvocato Alfonso Vaccari, sia in grado di intendere e volere. Se gli fosse riconosciuto un vizio totale di mente, non potrebbe essere processato. Nel frattempo, però, il 42enne, reo confesso per omicidio preterintenzionale, resta piantonato in una stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Infermi di Rimini.