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A miramare

Piccoli miracoli di Natale. La meraviglia del presepe vivente

In foto: Una scena del presepe vivente
Una scena del presepe vivente
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
gio 26 dic 2019 09:31 ~ ultimo agg. 27 dic 11:14
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Ci sono eventi che lasciano il segno. A raccontarci la meraviglia del Presepe Vivente di Miramare, organizzato ormai da tanti anni insieme da scuola parrocchia e tanti volontari sono due insegnanti,  Dodi e Letizia, che hanno il desiderio di condividere ciò che è accaduto. Lo sguardo è su alcuni dei partecipanti che hanno colto che quello che stavano vivendo era molto di più di una semplice rappresentazione. 

Quest’anno l’evento aveva come titolo “E l’Angelo partì da lei. Il mistero dell’Incarnazione narrato da Maria”.  

Antonietta, insegnante, che in questi ultimi mesi sta abbracciando la croce della malattia, è stata scelta per essere quella Madre che, dopo aver visto morire Suo Figlio, lo ha poi riabbracciato da Risorto. Ed è con questo nuovo sguardo e rinnovata consapevolezza di sé che ha raccontato a quattro degli apostoli Pietro, Giovanni, Tommaso e Giacomo quello che le era accaduto all’inizio. E i bambini con i ragazzi delle medie davano poi vita alle varie scene, tesi a vivere e a immedesimarsi, più che ad interpretare. 

Antonietta ci ha poi raccontato: “All’inizio sentivo il peso della mia inadeguatezza. Non mi sentivo all’altezza del compito assegnatomi. Poi quella sera, quando si è accesa la luce sulla mia postazione, mi sono seduta, ho cominciato ad impastare e ho visto che i bambini avevano gli occhi grandi e mi guardavano con uno sguardo bellissimo. Ho pensato di essere lì per me e di essere lì per Maria, per far riaccadere quello che Le è accaduto tanto tempo fa. E le parole che dicevo erano sì le parole di Maria, ma erano anche le mie parole perché dopo secoli io ero stata toccata, ero stata toccata da Quel Bambino. Allora tutto si è sciolto e ho visto un popolo, e Gesù all’opera. Ed è stato molto bello!”

Tra questo popolo c’era il nonno Piero di Novi Ligure, con trascorsi di collaborazione anche con la  Rai, che decide di caricare in macchina tutta la sua attrezzatura per le riprese così da poter gratuitamente documentare per suo nipote e per tutti l’evento del Presepe. Lo vediamo osservare con discrezione tutte le prove finché ad un certo punto, con tenerezza, si siede accanto a chi sta cercando di tirare le fila di tutto e con uno sguardo paterno e benevolo sostiene e incoraggia nel lavoro. Nella fatica dei preparativi è una carezza che ridà vigore.

Accade anche l’incontro con Peace, giovane migrante nigeriano, battezzato dal Vescovo la notte di Pasqua e rincontrato la domenica precedente al Presepe fuori della Chiesa di Miramare, mentre si offrivano le torte preparate dai genitori per sostenere le spese.

Peace, invitato al Presepe, ci ha fatto compagnia nell’allestimento della Chiesa come un vero angelo custode, curando quei particolari, quelli più nascosti ma decisivi, con una umiltà e disponibilità da far dire stupiti: “Ma chi ti ha mandato fino a noi, proprio oggi?”

Quest’anno la Provvidenza ci ha mandato anche un secondo angelo custode: Sena, ex alunna di Letizia, che ora ha 26 anni. Rimasta orfana del padre, in terza elementare torna in Tunisia con la mamma e la sorella. Letizia aveva sempre custodito il disegno della Madonna che Sena aveva realizzato guardando la statua della Grotta di Lourdes a Miramare. “Ho conservato questa immagine fino ad oggi perché mi colpì allora che la più bella immagine di Maria mi fosse stata regalata da una bambina musulmana” –  dice Letizia “e ogni volta che vedevo la sua foto tessera rimasta nel cassetto della cattedra, io pregavo la Madonna per lei”. Da anni aveva perso le sue tracce finché, quando si era iniziato a mettere a fuoco il copione del Presepe Vivente, Letizia la trova su Facebook e scopre che Sena, dopo aver vissuto 12 anni in Tunisia, è tornata in Italia per fare l’Università e che da poco ha preso la laurea magistrale in Moda a Venezia. Letizia le invia l’invito al Presepe Vivente e lei accetta con entusiasmo e il mercoledì sera è già a Rimini per aiutare negli allestimenti. Tutto il giovedì e il venerdì rimane con noi con occhio attento e disponibilità totale per ogni necessità. Nella confusione dei preparativi la sua presenza ci sembra proprio inviata da Maria a sostenere il Suo Presepe. Con i suoi grandi occhi neri spalancati stupisce e vibra di tutta la meraviglia che vede accadere attorno a sé. Sena è commossa. La mattina successiva al Presepe quando si sveglia piange ripensando all’onda di emozioni e di affetti che l’ha investita. Si stupisce che rivedere dopo 20 anni la sua maestra l’abbia fatta risentire come allora accolta e amata. Continua a dire: “Ma ci pensa, maestra, 20 anni sono tanti, a me sembra di averla lasciata ieri!”. Poi aggiunge “Non ho mai incontrato fino ad ora persone che credono in Dio così. Mi è rinato un desiderio di bene che mi portavo dentro da tanto, ma era come addormentato e ora si è risvegliato”. Sena è piena di gratitudine per la sua maestra e per i maestri che vede in azione in quei giorni. “Il maestro – dice lei –  nella mia religione, è sacro, quasi come un profeta, perché ha un grande compito”. Il saluto a Sena coincide con un abbraccio che ha dentro la promessa di rivedersi presto, molto presto!

Tra noi quella sera c’è anche Andrea, giovane amico, a cui viene chiesto di fare il Sacerdote per il Matrimonio di Maria e Giuseppe a motivo della sua lunga barba, scoperta sfogliando le foto dei contatti su Whatsapp. Andrea rimane interdetto per questo invito, proprio a lui che è “un po’ allergico ai Presepi Viventi”. Eppure di fronte alla proposta si stupisce e dice: “E se fosse stato proprio in vista di questo giorno che da diversi anni mi sono fatto crescere la barba? Che ho sopportato le più scontate delle battute? Da molto tempo vi guardavo da lontano con un occhio ed un orecchio solo, un po’ incuriosito dai racconti che vi riguardavano.  Ora mi avete trovato e mi avete chiesto di dirvi di sì. E io ci sto!”.

Una dei protagonisti più significativi nel Presepe è stata Valeria, donna di tradizione musulmana a cui nel 2017 è morto tragicamente un figlio. Lo scorso anno aveva interpretato ‘la donna al pozzo’, quest’anno le abbiamo chiesto di essere Elisabetta. E quando ha ricevuto l’invito lei ci scrive “Ho desiderato un figlio in età avanzata, e Dio me l’ha donato e poi ripreso quando e come ha voluto. E a Lui spetta la lode ed il ringraziamento. Pur in un’incolmabile distanza mi sento perciò vicina a Elisabetta. Ora chiedo a Dio altri figli, non dalla carne, ma dalla speranza- certezza della possibilità di cambiamento, di redenzione. Chiedo a Dio non più di essere genitrice ma ri-genitrice di vita. Quindi, come sempre, grazie”. E’ fiorita tra noi un’amicizia grata e commossa nei due giorni in cui Valeria è stata con noi. 

La sera del 20 dicembre c’era tanta gente, di tutti i tipi. C’erano persino Ernesto ed Elena che erano partiti da Milano unicamente per vedere il nostro Presepe per poi ripartire la mattina dopo alle 7:30. Chiedo loro: “Ma cosa vi ha spinto a fare questa follia?” “Perché volevamo vedervi e godere di quella bellezza. Anche a costo di fare 750 km in un giorno e mezzo. Da quando ho conosciuto qualcuno di voi, siete per me un esempio che mi aiuta a vivere”

C’erano anche Angelo e Roberto, i nostri due fotografi, pronti a documentare i volti dei bambini e di ci chi era presente. Roberto ci dice che talvolta nei presepi ci può essere il rischio di mettere di più l’accento sulla ‘forma’ perdendo di vista ‘il Contenuto’. Lui, commuovendoci, ci ha detto: “Io qui ho visto che la Forma e il Contenuto coincidono. L’ho colto dagli sguardi attenti, presenti, vivi e che io ho voluto fotografare.”  Sì, in quella sera eravamo tutti attratti da una Misteriosa e Reale Bellezza. E quando Roberto vede sulla sedia (quella riservata alla mamma del bambino che doveva fare Gesù), la scritta ‘Gesù’, ha un sussulto e la fotografa. E quando ci consegna la foto ci dice sorpreso: “Quando ho visto questa sedia con la scritta mi son detto: ‘Ma pensa,aq<Q Gesù si è fatto carne e abita in mezzo a noi…fino ad occupare una sedia.”

Ecco, non potevamo trattenere per noi questi fatti accaduti, e con gratitudine verso ciascuno dei partecipanti, auguriamo a tutti che Gesù Bambino occupi sempre una sedia nelle nostre case!

Buon Natale!

Dodi e Letizia