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furti commessi a riccione

"Scusi, dov'è l'Ausl?", e scatta il borseggio. Madre e figlio arrestati

In foto: la conferenza dei carabinieri di Riccione
la conferenza dei carabinieri di Riccione
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 16 nov 2019 13:40 ~ ultimo agg. 17 nov 10:54
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Hanno messo a segno una serie di furti, da settembre a novembre del 2018, a Riccione, fuori dai supermercati, dalle farmacie e dagli istituti di credito. La coppia, specializzata nei borseggi, era composta da madre e figlio, entrambi nomadi, 42 anni lei, 22 lui, finiti in carcere su ordine del gip del tribunale di Rimini, Benedetta Vitolo. Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Riccione li hanno arrestati con le accuse di furto aggravato in concorso e indebito utilizzo di carte di credito. Coinvolte altre due persone: una ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, la cui posizione ora è al vaglio del tribunale dei Minori e un 20enne, solo denunciato, a cui è stato inflitto il divieto di dimora in Emilia Romagna.

Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, hanno permesso di accertare sei episodi di furto. La tecnica utilizzata dai ladri era tanto semplice quanto efficace. Entravano in supermercati e farmacie, mettevano nel mirino la vittima, la pedinavano e quando si recava alla cassa per pagare con il bancomat, cercavano di carpire il codice senza farsi notare. Poi, quando il malcapitato di turno usciva, mentre caricava la spesa in auto, il 22enne lo avvicinava e lo distraeva chiedendo informazioni stradali. La frase utilizzata era quasi sempre la stessa: “Scusi, come faccio ad arrivare all’Ausl di Riccione?”. E mentre la vittima gli forniva le indicazioni, la madre del 22enne faceva sparire borsa e portafoglio, spesso lasciati sul sedile o appoggiati a terra insieme alla spesa ancora da caricare in auto. Un’azione fulminea della quale i malcapitati si accorgevano solo dopo diversi minuti, quando ormai era troppo tardi. Le vittime erano tutte persone di mezza età.

Una volta ottenuto quello che volevano, madre e figlio si allontanavano spesso in auto, dove ad attenderli c’era un complice, il cosiddetto palo. Poi svuotavano il portafoglio della vittima e si dirigevano verso il primo sportello bancomat per ripulire la carta del malcapitato, essendo riusciti in precedenza a spiare il codice. Il bottino dei colpi, due avvenuti fuori dall’Unicredit di via San Martino, uno fuori dalla Banca Malatestiana di viale del Commercio, uno all’esterno dal Kids Camp di viale del Commercio, e uno fuori dalla farmacia di Sant’Andrea in Casale, variava a seconda dei casi, da un minimo di 200 euro ad un massimo di mille. Spesso era proprio il 20enne a cui è stato inflitto il divieto di dimora a prelevare materialmente i contatti dal bancomat per poi cederli a madre e figlio.

Per risalire agli autori dei furti i carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza dei negozi dove erano avvenuti i furti e di quelle installate sulla pubblica via. Determinanti anche le descrizioni dei ladri fornite dai derubati e del modello dell’auto usata dai borseggiatori per allontanarsi dopo i colpi. Madre e figlio, entrambi con precedenti specifici, erano soliti frequentare l’insediamento di via Colombarina a Coriano, ma spesso si spostavano anche fuori regione. Il 22enne, infatti, è stato rintracciato e arrestato a Trento.