Nel giardino della scuola "piantata" la speranza
Inaugurazione questa mattina nel giardino della scuola media di Coriano per il progetto Piantiamo la Speranza. Alla presenza del vescovo, del prefetto e delle autorità è stato piantato il primo degli alberi dedicati ai carcerati che a Casa Betania hanno ritrovato nuova speranza e dignità.
E’ dedicato a Marino, da 46 anni ospite della casa famiglia della comunità Papa Giovanni di Coriano che nacque proprio con lui, il primo albero del progetto. Un’iniziativa che ha coinvolto gli ospiti di casa Betania da due anni diventata comunità di recupero per carcerati e l’amministrazione comunale. “I dati sono chiari – spiega Giorgio Pieri, resp. Comunità carcerati APG23 – in comunità la recidiva per chi ha commesso reati si riduce al 10%. Ai ragazzi accolti facciamo fare esperienze perché riconquistino fiducia nel futuro. Il primo albero non poteva che essere dedicato a Marino che don Oreste accolse appena uscito dal carcere e che è con noi da 46 anni. Era finito dentro per aver rubato una bici. La bellezza di questo progetto è che mette insieme la protezione e la cura delle persone con quella per il creato e per l’ambiente, perché o ci salviamo tutti insieme oppure non si salva nessuno“.
“E’ in onore di Marino – spiega il sindaco Domenica Spinelli, sindaco Coriano – che oggi è stato piantato il primo albero, nella scuola media che confina proprio con Casa Betania. Da lui è iniziata la storia della casa famiglia della Papa Giovanni XXIII e da lui oggi iniziamo questo percorso che ha una duplice valenza per Coriano: l’attenzione all’essere umano a partire da chi la società scarta, come diceva don Oreste Benzi, perchè “L’uomo non è il suo errore” e l’attenzione all’ambiente. Ringrazio, a nome di tutta l’amministrazione comunale, tutte le autorità civili militari e religiose che hanno accolto il nostro invito ed in particolare il vescovo Mons. Francesco Lambiasi e il Prefetto dott.ssa Alessandra Camporota”.
La vita che nasce, con un piccolo arbusto e che rinasce nella storia di persone che hanno sbagliato ma che, come diceva don Oreste, non sono il loro errore. “Ho ricordato agli studenti riuniti qui con noi per questo bel momento di festa – spiega Mons. Francesco Lambiasi, vescovo Rimini – la visita che ho fatto qualche anno fa con Giorgio e Antonello, di casa Madre del Perdono da Papa Francesco soffermandomi sulle parole che il Papa ci disse ricevendo dalle mani di Antonello la caciotta del perdono: ogni Santo ha un passato, ogni peccatore ha un futuro“.