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Tutti contro Coriano

Donne e lavoro. Da Petitti, Santi e Corazzi critiche alla Spinelli

In foto: Emma Petitti
Emma Petitti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 19 nov 2019 11:00 ~ ultimo agg. 19:29
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È avvilente che ci sia chi per giustificare la sua mancata partecipazione al bando regionale su donne e lavoro debba screditare ed etichettare come “spot” il sostegno della Regione all’occupazione femminile e al welfare aziendale”. A dirlo è l’assessore regionale Emma Petitti in risposta alle motivazioni addotte dall’amministrazione di Coriano (vedi notizia). “Mi viene da pensare – prosegue l’assessore – che vi siamo ragioni legate più a motivi propagandistici, piuttosto che al merito dell’iniziativa in sé. Trovo pericolosa, nonché dannosa per tutti, la tendenza di questi tempi a mettere l’interesse personale davanti al bene comune.” Attacchi alla Spinelli anche dal fronte della provincia con una dichiarazione congiunta del presidente Riziero Santi e della consigliera Giulia Corazzi, delegata alle Pari Opportunità. “Chi vede ogni azioni in chiave elettorale significa che nel proprio agire lega tutto all’interesse della propria parte e non della comunità”.


La nota di Emma Petitti

È avvilente che ci sia chi per giustificare la sua mancata partecipazione al bando regionale su donne e lavoro debba screditare ed etichettare come “spot” il sostegno della Regione Emilia-Romagna all’occupazione femminile e al welfare aziendale.

Mi viene da pensare che vi siamo ragioni legate più a motivi propagandistici, piuttosto che al merito dell’iniziativa in sé. Trovo pericolosa, nonché dannosa per tutti, la tendenza di questi tempi a mettere l’interesse personale davanti al bene comune. Ma chiudo questa parentesi.

Definire questo bando un intervento da campagna elettorale significa dimenticare tutto il lavoro che come Regione abbiamo svolto in questi anni sul tema donne e lavoro.

Consapevoli della sua rilevanza sul piano etico e sociale e allo stesso tempo del suo enorme potenziale economico, ne abbiamo fatto da sempre una priorità della nostra agenda politica, dal Patto per il Lavoro alla promozione e valorizzazione della responsabilità sociale di impresa, dai numerosi bandi sulle pari opportunità alle politiche di welfare e conciliazione, dal bilancio di genere allo smart working.

Per le pari opportunità abbiamo investito oltre 11 milioni di euro e con questo bando finanziato 42 progetti, di cui 6 nel riminese, un risultato importante per la nostra provincia che ci parla di un tessuto attivo e sensibile.

Oggi siamo una delle regioni con il più alto tasso di occupazione femminile, oltre 10 punti superiore alla media nazionale, con oltre 85 mila imprese femminili. Non è un caso penso, ma il frutto appunto di una grande attenzione sul tema e un corollario di misure e interventi volti a favorire l’ingresso e la permanenza femminile nel mercato del lavoro e percorsi di carriera paritari con l’obiettivo di raggiungere una completa parità tra donne e uomini nel mondo produttivo e più in generale nelle famiglie e nella società.

I risultati di cui oggi ci possiamo fregiare sono merito di un costante lavoro portato avanti in sinergia su più livelli: Regione, Province, Comuni, Associazioni… Sulle politiche di genere esiste un principio di collaborazione tra realtà diverse e integrazione delle politiche che la Regione Emilia-Romagna conosce bene e ha fatto suo da tempo.

La dichiarazione congiunta del presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, e della consigliera provinciale con delega alle Politiche di Genere e Pari Opportunità, Giulia Corazzi:

“Il Comune di Coriano ha deciso di non partecipare al progetto “Lavoro! Libere tutte”, per una cultura di parità di genere e contro le discriminazioni, concepito insieme da circa 50 soggetti tra Comuni e associazioni, oltre che dalla Provincia e dalla Regione Emilia-Romagna, che su questi temi investe da molto tempo. La stessa Provincia, che ha fra le sue funzioni la lotta alle discriminazioni, in particolare nel mondo del lavoro, oltre che svolgere la sua funzione di coordinamento ha messo risorse proprie e realizzato progetti condivisi col mondo dell’associazionismo sociale, sindacale e imprenditoriale. I Comuni e le Unioni del territorio hanno scelto di creare un unico grande progetto di rete insieme alla Provincia, un progetto strategico che risponde concretamente alle esigenze delle donne. Tutto il territorio sta comprendendo il valore del lavorare insieme per raggiungere obiettivi condivisi. Solo per pochi questa buona pratica pare essere sconosciuta. E’ legittimo che un Comune si tenga fuori, magari perché i suoi amministratori ritengono di non averne necessità. E’ legittimo. Non è invece accettabile da chi ha lavorato e ha investito in impegno e risorse economiche e non è giusto per le associazioni di volontariato sentirsi dire che si tratterebbe di iniziative elettorali, e questo all’unico scopo di giustificare la sottovalutazione o il disinteresse di chi lo afferma. Non la si può sempre buttare in politica, non ci si può sempre considerare in campagna elettorale. Chi vede ogni azioni in chiave elettorale significa che nel proprio agire lega tutto all’interesse della propria parte e non della comunità, perché, come recita il detto spesso chi pensa male a priori è perché agisce nel male.”