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Penalizzate le attività

Caso Dehor. Cna e Fipe pronte alla battaglia, anche legale

In foto: Davide Ortalli, Cna
Davide Ortalli, Cna
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 24 ott 2019 13:49 ~ ultimo agg. 13:56
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Continua a tenere banco a Rimini il caso Dehor dopo il giro di vite annunciato dal funzionario Vincenzo Napoli della soprintendenza. Ieri l’assessore Sadegholvaad aveva manifestato il sostegno dell’amministrazione ai locali (vedi notizia) e oggi sono CNA e Fipe annunciano l’intenzione di andare anche per vie legali per sostenere le imprese. “Com’è possibile che oggi la Soprintendenza voglia smantellare tutti i dehor perché alcune attività non hanno rispettato il regolamento?” si chiede meravigliato il direttore Davide Ortalli. “Si sanzioni chi ha sbagliato – prosegue – e si tuteli chi ha rispettato la legge, investendo soldi. Se la Soprintendenza tutela, giustamente, beni culturali e paesaggistici chi tutela chi contribuisce con il proprio lavoro a dare un anima ai luoghi della città? Vogliamo un centro storico ed un lungomare desolato? Forse dovremmo rifugiarci tutti in un centro commerciale?Oggi la Soprintendenza, essendoci alcuni che non hanno rispettato le regole, chiede a tutti i bar e ristoranti di Rimini di smontare tutto, trasformando permessi annuali in stagionali, da marzo ad ottobre. E’ assurdo” continua Ortalli “E la maggioranza delle realtà che hanno rispettato il regolamento? Cambiare le regole in corsa mette in ginocchio chi fa impresa in modo corretto, non ha senso. CNA come si era attivata tre anni fa per dare un orizzonte normativo certo ai propri associati non rimarrà ferma” conclude Ortalli “Daremo sostegno legale a quelle imprese in regola e colpite ingiustamente da un provvedimento in totale contrasto con quanto succede in tanti altri comuni d’Italia.

I pubblici esercizi di Rimini stanno vivendo una situazione grottesca – dice il presidente FIPE Matteo Musacci, che non è mai accaduta nella nostra Regione e di cui non si riescono a comprendere le ragioni. Con queste decisioni unilaterali la Sovrintendenza sta minando la sopravvivenza di un centinaio di imprese, l’offerta turistica di una città fiore all’occhiello dell’ospitalità e la credibilità delle istituzioni che hanno firmato i regolamenti esistenti. Come presidente di FIPE – Confcommercio del Coordinamento regionale Emilia Romagna ritengo che non sia accettabile cambiare le carte in tavola quando le imprese hanno investito e programmato il futuro della propria attività sulla base di regole scritte che permettevano l’installazione di dehors annuali.
Smontare un dehor con le caratteristiche imposte dal regolamento comunale implica costi enormi, rimontarlo ne richiede altrettanti: come può una micro-impresa farsene carico due volte l’anno e perdere anche il lavoro dei mesi invernali? Se si andrà davvero in questa direzione, il rischio è dover mettere a bilancio aiuti pubblici per sostenere poi queste aziende.
Fipe non chiede sanatorie agli abusi: dove le regole non sono state rispettate si deve intervenire, anche a tutela degli operatori che hanno sempre lavorato rispettando le norme. Ma non è pensabile che per gli errori di alcuni debbano pagare tutti le conseguenze. Così come le decisioni di una persona non possono stare al di sopra delle regole: in democrazia funziona esattamente al contrario. Se si vogliono cambiare, ci si sieda al tavolo e si discuta, chiamando in causa anche le associazioni che rappresentano le categorie economiche interessate.
Una città turistica come Rimini non può essere privata dell’opportunità di avere spazi esterni per la somministrazione di bevande e alimenti nei mesi autunnali e invernali. Se la Sovrintendenza andrà in questa direzione, non solo farà danni alle imprese, ma anche alla città stessa. Ogni luce che si spegne quando chiude un’attività lascia spazio al degrado e alle problematiche di ordine pubblico. Il Coordinamento Regionale di FIPE – Confcommercio sarà al fianco dei pubblici esercizi riminesi in questa battaglia“.