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Tagli ai comuni nati da fusione. A Roma protesta bagnata

In foto: Petitti e Castellari con alcuni dei partecipanti al sit in
Petitti e Castellari con alcuni dei partecipanti al sit in
di Simona Mulazzani   
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mer 10 lug 2019 16:27
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C’erano anche l’assessore regionale Emma  Petitti e il sindaco di Montescudo-Montecolombo Elena Castellari al sit in  in piazza Montecitorio a Roma a cui hanno partecipato alcuni sindaci ed amministratori per protestare contro i paventati tagli del Governo ai fondi per i comuni nati da fusione (vedi notizia). Sotto la pioggia e muniti d’ombrello hanno voluto esprimere la loro contrarietà dinnanzi al taglio da parte dell’esecutivo.

Il riparto dei fondi prevede una riduzione di 235 mila euro per il Comune di Montescudo- Monte Colombo (da 705 mila euro a 470 mila) e di 175 mila euro per Poggio Torriana (da 612 mila euro a 437 mila) tra il 208 e il 2019 – spiega l’assessora regionale Emma PetittiUna decurtazione drastica quanto insensata, che rischia di cambiare le carte in tavola a metà anno, costringendo i primi cittadini a ridimensionare la programmazione degli investimenti e dei lavori pubblici. Quella di oggi è stata una manifestazione importante a cui non potevo mancare, in difesa dei numerosi municipi che hanno scelto di dare vita a un ente unico e che ora rischiano di perdere buona parte delle risorse che gli spettavano, magari a bilancio già approvato. Tutti sanno che si tratta di un processo virtuoso, intelligente e che punta alla qualità dei servizi e al risparmio”.

“Con grande amarezza abbiamo appreso la notizia di questo taglio da parte dello Stato, che mette a dura prova la pianificazione realizzata – commenta Elena Castellari -. Il budget stanziato dal Governo non basta per garantire il contributo economico a cui avremmo diritto, costringendoci a rivedere quanto messo in agenda e tagliare ingiustamente sui servizi ai cittadini. Ho da subito creduto nel percorso delle Fusioni, come strumento utile per lo sviluppo del territorio. Scendere da 705 mila euro a 470 mila comporterebbe un danno molto grave e significherebbe violare un patto con chi ha puntato su questo”.