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Nuova Questura dipende da Roma

Il Prefetto Camporota racconta il suo primo anno riminese

In foto: il prefetto Camporota (Adriapress)
il prefetto Camporota (Adriapress)
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 23 lug 2019 15:49 ~ ultimo agg. 24 lug 10:45
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Ha scelto il primo anniversario del suo arrivo a Rimini per incontrare la stampa e parlare ad ampio raggio della realtà riminese. Alla stampa il Prefetto di Rimini Alessandra Camporota è legata anche per una breve esperienza nelle pagine romane del Corriere della Sera all’inizio degli anni ’80, e riconosce l’importanza della giusta comunicazione delle attività e delle competenze della Prefettura, nel rispetto delle prerogative di un organo dello Stato dipendente dai Ministeri centrali. Consapevole anche dell’importanza di conoscere il territorio: attività alla quale si è dedicata con costanza in questi primi dodici mesi.

C’è la soddisfazione per aver permesso lo svolgimento di grandi eventi senza la necessità di limitarli: Molo Street parade, Notte Rosa e Jova Beach party.  Sulla Cittadella della Sicurezza: “E’ stato un mio impegno sin dal primo giorn, ma il Prefetto ha un’autonomia limitata, la competenza è del Ministero dell’Interno”. A oggi, per la struttura di via Bassi il Nuval, il Nucleo valutazione acquisti del ministero dell’Interno, ha sottoposto al Cipe la proposta di acquisto e riqualificazione per un importo di 30 milioni. Nel frattempo, il trasferimento degli uffici nella sede unica di piazzale Bornaccini dovrebbe completarsi entro la primavera. Oltre alla necessità di una sede adeguata per le forze dell’ordine, il Prefetto ha segnalato a Roma, in questo caso al Ministero della Giustizia, anche le carenze del Tribunale.

E l’incomprensione con Gnassi è stata risolta. Lo scorso gennaio Gnassi tuonò contro la visita del sottosegretario Molteni in via Bassi e agli uffici di piazzale Bornaccini all’insaputa degli altri amministratori locali, alla quale partecipò anche il Prefetto. Un problema di incomprensioni e difetto di informazioni, ha spiegato il Pregetto, ma la lezione è stata colta e oggi col sindaco c’è un rapporto di stima e collaborazione.

 

L’accoglienza dei profughi, un tema che conosceva già per precedenti incarichi legati alla gestione dell’immigrazione. “E’ un fenomeno che va governato, ma a Rimini ho trovato un alto tasso di coesione sociale”. Sono 500 a oggi i richiedenti asilo accolti nelle diverse strutture, il più delle volte in singoli gruppi. La chiave per garantire un’adeguata accoglienza sono i controlli, e di recente ce ne sono stati diversi. Si sta già lavorando ai prossimi bandi, con alcune caratteristiche che saranno aggiornate.

Il ministro Salvini ha inviato di recente una circolare alle Prefetture con cui chiede una relazione sulla presenza di insediamenti rom, sinti e camminanti. Se ne è parlato la scorsa settimana in sede di Comitato per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico. Il Prefetto ha scritto alle amministrazione per chiedere di avere le informazioni a stretto giro, da integrare anche con quelle delle forze dell’ordine. la ricognizione è già stata avviata ma non è una iniziativa “poliziesca”, spiega il Prefetto, quanto conoscitiva.

Sulla Caserma Giulio Cesare. Da dopo l’estate comincerà la chiusura,che sarà comunque progressiva. I militari sono già stati ricollocati in buona parte in altre sedi. La Prefettura coordinerà un tavolo con tutte le parti in causa. Il Comune di Rimini ha già avanzato un’offerta per l’acquisizione, ma ancora il Demanio Militare non ha messo all’asta il bene ed è tutto da definire. ”

Del suo ruolo, ricorda che “un Prefetto non è nè un poliziotto nè un magistrato”, ma un “suscitatore delle energie locali” e il “garante della coesione sociale”. Si dice orgogliosa di essere Prefetto a Rimini, un territorio che già conosceva per esserci stata in vacanza ma del quale sta scoprendo ogni volta nuove ricchezze. Gente creativa ma anche pragmatica (anche se un po’ indisciplinata quando va in bici). Di sè, dice di avere un carattere “mite ma non debole”.