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A conclusione del festival

Premio Mare di Libri, proclamato il vincitore

In foto: la copertina
la copertina
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 16 giu 2019 21:36 ~ ultimo agg. 17 giu 19:38
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Non ho mai avuto la mia età (Mondadori) è il romanzo vincitore del Premio Mare di Libri, assegnato oggi,  durante uno degli eventi conclusivi della dodicesima edizione di Mare di Libri – Festival dei Ragazzi che leggono.

Giunto alla sua sesta edizione, il Premio è l’unico riconoscimento letterario assegnato da una giuria di 10 fortissimi lettori tra i 14 e i 15 anni che premiano il miglior romanzo per ragazzi dell’anno passato; il premio è nato con l’obiettivo di valorizzare la letteratura Young Adult, e allo stesso tempo dare importanza ai forti lettori, mettendoli al centro e dando loro la responsabilità e l’onore di scegliere quello che ritengono il miglior libro dell’anno.

La premiazione si è svolta nella Sala Ressi all’interno del Teatro Galli, e ha avuto come ospiti d’onore i dieci giurati, insieme ai rappresentanti delle case editrici che hanno pubblicato i romanzi finalisti. Questa la cinquina finalista:

Non ho mai avuto la mia età di Antonio Dikele Di Stefano, Mondadori
La canzone di Orfeo di David Almond, Salani

Paesaggio con mano invisibile di M.T. Anderson, Rizzoli
Il contrario della nostalgia di Sara Taylor, Minimum Fax
L’oceano quando non ci sei di Mark Lowery, DeAgostini

Quella che Dikele Distefano racconta nel suo romanzo è una storia di quotidiano razzismo, della quale i giurati hanno riconosciuto l’attualità e la necessità, e che ha permesso a molti di immedesimarsi nel protagonista, assumendo il punto di vista delle vittime di razzismo e percependo in questo modo ciò che queste persone sono costrette ad affrontare e sopportare.

Alice Luna Marchesi l’ha descritto come “un libro molto commovente, a tratti faticoso“, riferendosi alle difficoltà e alle sofferenze subite da Zero.

Beatrice Tallone ribadisce questi concetti nel suo commento: “Un libro molto attuale. Più che mai adesso può far riflettere, in un mondo sempre più
discriminatorio. Per un adolescente penso sia attraente perché racconta la storia di un coetaneo, di un ragazzo non molto diverso, ma il cui colore della pelle rende tutto più difficile. Ed è importante che non si parli di un Paese qualsiasi, ma proprio dell’Italia, perché rende tutto più reale, più vero.”

“Una critica ben costruita al razzismo, all’ignoranza e al sentirsi superiori” aggiunge Andrea Russo, che ha notato come la situazione vissuta da Zero sia la medesima di tante altre persone che tutti noi incontriamo quotidianamente.

L’autore, presente al festival per presentare il romanzo, ha ritirato personalmente il premio ed ha partecipato poi alla tradizionale cena con i giovani giurati.