Rom e sinti. Proposta del PD riaccende la polemica
Dal Pd una proposta per regolamentare il riuso delle abitazioni abusive realizzate da sinti e rom in terreni agricoli nella zona di via Emilia. La proposta, depositata dal capogruppo Enrico Piccari la settimana scorsa, dovrebbe essere discussa nel prossimo consiglio comunale, giovedì 14 marzo. A porre l’attenzione sulla questione, che torna a creare dibattito (se ne era parlato in consiglio comunale poco prima di Natale vedi notizia) è il comitato ProRimini.
“Il progetto microaree – spiega il portavoce Loreno Marchei – non si occupa solo di quelle da costruire ex novo per le famiglie di via Islanda ad esclusivo carico dei contribuenti riminesi, visto che l’amministrazione Gnassi ha commesso un grossolano errore nella domanda di partecipazione al bando regionale, così perdendo € 100.283,85, ma anche di quelle abitazioni abusive costruite su terreni agricoli già acquisiti dal Comune di Rimini per tali illiceità. Potranno continuare a dimorare nelle stesse sulla base della Legge Regionale n. 11/2015 e della Delibera di Giunta Regionale n. 43/2016 che concedono questo beneficio solamente agli appartenenti a tali etnie a condizioni economiche irrisorie ed ampiamente derogabili”.
Marche ricorda l’incontro dello scorso luglio in cui il comitato chieste al vicesindaco Lisi “se l’amministrazione intendesse adottare o meno questo tipo di provvedimento che, di fatto, è una sorta di sanatoria su base etnica. Ovviamente non ho avuto alcuna risposta. Ora che la maggioranza ha manifestato l’intenzione di filare dritto anche su questo tema, vorranno spiegare il sindaco Gnassi, i suoi assessori e tutta la maggioranza che li sostiene, cosa intendono dire ai riminesi che mai hanno commesso abusi edilizi o a quelli che, resisi responsabili di tali fattispecie, sono stati sottoposti alle opportune e non irrilevanti sanzioni”.
Tornando alle microaree che dovrebbero essere allestite per le famiglie di via Islanda Marchei afferma: il vicesindaco si è dichiarata fiduciosa di poter contenere la spesa per l’allestimento delle nuove microaree in circa 500.000 euro, cifra che, anche nel caso in cui fosse precisa, non tiene conto dei costi di gestione e manutenzione successivi all’iniziale allestimento. Sarà sufficiente continuare ad accusare di razzismo chi, atti amministrativi alla mano, contesta i propositi dell’amministrazione per ritenere di aver dato una compiuta risposta a quanto sopra?”