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Protesta in consiglio

Protesta Rom e Sinti. Erbetta interroga; Lisi: tutto saltato, deve decidere consiglio

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 19 dic 2018 11:41 ~ ultimo agg. 20 dic 13:03
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Una trentina di Rom e Sinti, in rappresentanza di circa 300 persone, ieri hanno fatto sentire la loro voce, prima fuori e poi all’interno della sala del consiglio comunale di Rimini. Chiedono al comune di regolarizzare le aree agricole nelle quali da molti anni (su indicazione delle amministrazioni di allora) hanno posizionato le loro case mobili. Dal 2005 però la legge le considera abusi edilizi ma una norma regionale del 2015, spiegano, premetterebbe ai sindaci di regolarizzare la situazione modificando la destinazione d’uso dell’area. Diventerebbero delle microaree, come quelle che dovrebbero essere sorgere per i Sinti del campo di Via Islanda.

Il tema è stato sollevato in una interrogazione dal consigliere di Rinascita Civica Mario Erbetta, intitolata “Una sanatoria per le famiglie Sinti con terreno di proprietà”. A rispondere il vicesindaco Gloria Lisi che in precedenza era uscita dall’aula per incontrare i manifestanti. La responsabilità è della politica (maggioranza e minoranza) – ha spiegato il vicesindaco – e del clima  che si è creato quando si è iniziato a parlare di microaree per le famiglie Sinti di via Islanda. “Quello doveva essere uno step per arrivare a sanare anche la situazione delle famiglie che possiedono terreni agricoli“. “Tutto è saltato – ha detto la Lisi – a causa della maggioranza, della minoranza, delle proteste dei cittadini e del clamore mediatico.” “A questa interrogazione – ha proseguito – rispondo mettendomi nelle mani del consiglio comunale che dovrà decidere su Via Islanda, sulle microaree e sui terreni delle famiglie che questa sera sono in consiglio.”

Servono risposte veloci dalla politica – ha risposto Erbetta in un clima che si è andato riscaldando – In questi giorni si stanno mettendo i sigilli alle case di queste persone che, per forza di cose, andranno in capo al sociale quando finora non avevano mai chiesto nulla. Evitiamo proclami e cerchiamo di risolvere la problematica.