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Indagini chiuse

Faina appesa a un albero. I Forestali hanno individuato l'autore

In foto: foto dei Carabinieri della Forestale
foto dei Carabinieri della Forestale
di Andrea Polazzi   
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sab 2 mar 2019 12:51 ~ ultimo agg. 3 mar 20:48
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L’episodio risale alla notte tra il 7 e l’8 gennaio del 2018 quando un esemplare di faina fu ritrovato appeso ad un ulivo nella frazione di Santa Maria del Monte a Saludecio. Avvelenato e non impiccato, hanno rivelato gli accertamenti. Accanto all’animale, un cartello con la scritta “il prossimo avrà due gambe” realizzato con lettere ritagliate da volantini e con qualche errore ortografico.

L’intervista al comandante dei Forestali riminesi Aldo Terzi

L‘autore è stato individuato dai Carabinieri Forestali dopo una indagine che si è avvalsa delle immagini delle telecamere di sorveglianza (che hanno permesso di individuare il veicolo e determinare l’orario), delle testimonianze e, naturalmente dei rilievi effettuati. Si tratta di un pensionato residente in zona la cui età precisa non è stata rivelata. Da poco gli era stato tolto il porto d’armi per la caccia (a causa di reati in materia venatoria) e aveva avuto qualche precedente contrasto con le forze dell’ordine (resistenza e minaccia a pubblico ufficiale) e con i vicini. “Ma è una persona normalissima, non un eremita” spiegano i forestali. Nella perquisizione effettuata nella sua abitazione già nel febbraio 2018 i militari hanno trovato articoli di giornale che riportavano l’episodio (una sorta di trofei, spiegano gli inquirenti), volantini con lettere compatibili a quelle usate per il cartello e alcune esche topicide identiche a quelle usate per avvelenare la faina e rinvenute nell’esame autoptico. Le esche erano distribuite attorno al pollaio. Per renderle appetitose, erano inserite in alcuni bocconcini. L’uomo, all’arrivo dei militari, si è dimostrato sorpreso ma collaborativo. E’ stato deferito all’autorità giudiziaria per il reato di uccisione di animali con crudeltà o senza necessità. Rischia, se ritenuto colpevole, una pena lieve: da 4 mesi a due anni. Secondo le ipotesi degli inquirenti dietro all’episodio, ci sarebbe la volontà di compiere un gesto eclatante, probabilmente emulando l’episodio del lupo di Ospedaletto (appeso alla pensilina del bus da due pastori), per palesare l’ostilità nei confronti delle forze di polizia e l’ordine costituito.

Il video che ha permesso di individuare il fuoristrada dell’autore del gesto