Indietro
menu
Rimini Vita della Chiesa

Prodigio movimento occhi. Una messa in ricordo

In foto: il manifesto dell'iniziativa
il manifesto dell'iniziativa
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
ven 15 lug 2016 13:10
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Domenica sarà ricordato, per iniziativa della Confraternita di San Girolamo, il prodigio del movimento degli occhi dell’immagine della Mater Salvatoris , conservata all’Oratorio di San Giovannino di Rimini. Sarà celebrata alle 11 in Cattedrale una messa presieduta dal rettore don Giuseppe Tognacci e animata dalla Cappella Musicale Malatestiana.

La Confraternita celebrerà così il 220° anniversario dell’evento che cade nel 2016 ed ha avuto già una serie di manifestazioni preparatorie con incontri e concerti. Proseguirà in ottobre con una conferenza dello scrittore Vittorio Messori dal tema “Ipotesi su Maria”.

La Mater Salvatoris è una Madonna in aspettazione del parto eseguita dal pittore riminese Giovan Battista Costa nel 1730, la quale nel 1796 ha compiuto il prodigio del movimento degli occhi; tale evento miracoloso è uno dei fatti che ha segnato la fede del popolo riminese, avvenuto in un periodo storico difficile per la Chiesa oppressa dalla dominazione giacobina, ed ha sorretto una forte resistenza culturale e religiosa all’invasione napoleonica, che va sotto il nome di “insorgenza”, misconosciuta ancora oggi dalla storiografia ufficiale.

Questo fenomeno fa parte di una impressionante ondata di prodigi segnalati nell’Italia invasa dalle truppe di Napoleone Bonaparte. Nel 1796 più di duecento immagini, in gran parte mariane, si “animarono”: alcune mossero gli occhi, altre mutarono addirittura colore, altre ancora modificarono la loro espressione.

Il pittore Giuseppe Soleri Brancaleoni dipinse una copia di questo piccolo quadro su richiesta di sua sorella Chiara, monaca di clausura del convento riminese degli Angeli (ora Chiesa di S. Chiara), che per la regola di vita claustrale non aveva potuto recarsi sul posto a venerare l’immagine. Anche questa copia venerata come Mater Misericordiae, fece il prodigio del movimento degli occhi e della lacrimazione nel 1850, ed ora è venerata nel Santuario di Santa Chiara.