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Lunedì scatta il fermo pesca. I consigli di Coldiretti per chi vuole mangiare pesce

In foto: repertorio
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di Redazione   
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sab 23 lug 2016 11:46 ~ ultimo agg. 24 lug 08:07
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Scatta lunedì 25 luglio il fermo pesca per le barche dell’Emilia Romagna e non solo. L’interruzione temporanea per l’attività di tutte le flotte da Trieste a Rimini durerà 43 giorni, fino al 5 settembre. Lo comunica Coldiretti Impresapesca Emilia Romagna, ricordando che l’obiettivo del fermo pesca è quello di favorire il ripopolamento del mare e garantire un migliore equilibrio tra le risorse biologiche e l’attività di pesca.
In questo periodo – sottolinea Coldiretti – aumenta però il rischio di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato. “E’ un problema – spiega l’associazione – che scaturisce anche dal fatto che negli ultimi 25 anni il grado di autoapprovvigionamento dell’Italia è calato progressivamente ed è passato dal 50 per cento del 1990 a meno del 30 per cento nel 2015, con la conseguenza che due pesci su tre consumati in Italia provengono dall’estero e non sempre è possibile saperlo perché attualmente la legge sull’etichettatura del pescato prevede la sola indicazione della zona di pesca che, per di più, non è obbligatoria per il pesce servito al ristorante.” Secondo Coldiretti, solo rendendo obbligatoria l’etichettatura d’origine potrà essere garantita la piena trasparenza verso il consumatore.
Per effettuare acquisti made in Italy di qualità e al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti è, se possibile, di acquistare direttamente dal pescatore, specie da quelle attività non interessate dal fermo, o, se da un’attività commerciale, di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa) che per l’Adriatico settentrionale corrisponde al numero 17. Nel periodo di fermo pesca di questa zona, per mangiare pesce italiano le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).
La flotta di pescherecci dell’Emilia Romgna è composta di 627 barche che nel 2015 hanno pescato 9.500 tonnellate di pesce, con un aumento negli ultimi dieci anni del 7,3% per un valore all’origine di 28,5 milioni di euro (+9,9% dal 2005). La tipologia più pescata è stata pesce azzurro con 4.500 tonnellate, mentre nel settore dell’allevamento vongole e cozze si sono attestate sulle 19.500 tonnellate.