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Tramonta l’Arcobaleno di Cattolica, la lista civica ha deciso l’autoscioglimento

In foto: il Municipio di Cattolica
il Municipio di Cattolica
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura 2 min
Dom 31 Gen 2016 21:23 ~ ultimo agg. 19 Mag 07:13
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In un periodo, quello che porta alle amministrative, in cui le liste civiche solitamente nascono c’è chi ha deciso invece per l’autoscioglimento. Si tratta dell’Arcobaleno di Cattolica che in un’assemblea con 20 attivisti, dopo un pacato e approfondito confronto, ha votato all’unanimità per chiamarsi fuori dalle prossime elezioni e “interrompere una esperienza collettiva politica e umana di grande spessore.”  Basta politica attiva quindi, resterà solo l’Associazione Culturale.
La lista Arcobaleno, nella storia politica recente di Cattolica, ha spesso giocato un ruolo importante: nata nel 2004 attorno alla lista civica “Cattolica per la Pace” che nelle comunali candida il professore universitario Alessandro Bondi ottenendo circa il 24% dei voti e 3 consiglieri; nel 2009 ripresenta Bondi e ottiene circa il 20% dei voti e 2 consiglieri. Nel 2011 l’Arcobaleno e i suoi alleati sfidano nelle primarie del centrosinistra il candidato a sindaco del Pd e Bondi, pur sconfitto, ottiene il 40% dei consensi e, a vittoria ottenuta, diventa vicesindaco. “La cosa funziona per circa 18 mesi – si legge in una nota – Poi iniziano le frizioni, i giochi e giochetti… insomma la lealtà degli uomini del Pd viene a meno, fino alla decisione di estromettere (con argomenti pretestuosi e umilianti) il vicesindaco Bondi e di conseguenza tutto l’Arcobaleno.” 

Dopo alcuni anni in opposizione, la Lista ha tentato la via di nuovi incontri con alcune forze politiche e candidati che si fronteggeranno nelle comunali ma senza trovare sinergie, anzi. “Abbiano – recita ancora la nota – solo ascoltato e visto atteggiamenti autoreferenziali che in pratica chiedevano solo strumentalmente il “sangue” dell’Arcobaleno per la loro corsa elettorale.”

Tra i motivi dell’autoscioglimento anche l’indisponibilità del prof. Bondi a qualsiasi ricandidatura. “Avremmo potuto – conclude amaramente la nota – vivacchiare e narcisisticamente restare a pieno titolo nello “spettacolo” politico elettorale. Ma abbiamo sempre creduto che la politica fosse una cosa seria perché incide sulla vita dei cittadini. Per questo, verificando che nostra spinta propulsiva era sostanzialmente esaurita (almeno rispetto all’ambizioso progetto iniziale), abbiamo preso questa amara decisione.”

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