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Attualità Rimini

Droga. Ai we free days a San Patrignano: per il 40% dei giovani è parte integrante divertimento

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
sab 11 ott 2014 12:57 ~ ultimo agg. 12 ott 09:25
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il Ministro Giannini ospite a San Patrignano SanPatrignano_Wefreedays_Giannini

Quasi il 40% dei giovani tra i 13 e i 30 anni considera l’uso di stupefacenti, parte integrante del “divertimento”: quasi il 30% si diverte “sballandosi” perché “così fan tutti”, percentuale che sale al 52% fra i minorenni, mentre solo l’1,9% lo giudica un “divertimento controcorrente”. È quanto emerge da una ricerca condotta da Euromedia Research per la Comunità di San Patrignano, presentata ai WeFree Days. In base allo studio, ancora, un ragazzo su tre, in particolare tra i giovani adulti (25-30 anni), si droga per “uscire dalla noia“, mentre il 9,6% lo fa per “stare in compagnia”. Questi sono alcuni tra i dati più significativi evidenziati dalla ricerca. Tra i numeri della ricerca, intitolata “Un sano divertimento da sballo” e condotta su un campione rappresentativo di 500 giovani suddivisi in tre fasce di età (13-17, 18-24 e 25-30) spicca come per il 45% dei giovani ritenga “il divertimento la cosa più importante in questo momento della propria vita, a fronte del bisogno di progettare il futuro, che in nessuna delle tre fasce di età raggiunge nemmeno il 33%”. Per il 53,4%, inoltre, divertirsi coincide con il concetto di trasgressione, che per il 41,8% equivale ad “andare contro le regole”. Quanto all’uso di sostanze, alcol compreso, lo studio “evidenzia come il binge drinking (bere smodato), le cosiddette droghe leggere e la cocaina siano più diffusi tra i maschi (fino al 70%), mentre ecstasy e droghe sintetiche sono preferite dalle ragazze”.
Per i consumatori di cannabis, pasticche e cocaina sembra proprio che lo sballo rientri nel bisogno dei ragazzi di divertirsi, quasi fosse “un atto dovuto”. In aggiunta, viene riportato nella ricerca, “la normalità dello sballo si sposa con la bassa percezione del rischio: se è vero che il 53,2% sostiene che lo sballo sia ‘una sciocchezza che prima o poi in qualche modo si paga’, è altrettanto vero che il 35,2% ne parla come di un semplice bisogno dei ragazzi per divertirsi, quasi fosse una vera e propria necessità”. Necessità, riferiscono gli intervistati, per vincere la noia anche se, paradossalmente, i giovani si dicono molto soddisfatti della loro vita (89,4%) e dell’ambiente in cui vivono (85%), anche se poi sono divisi a metà nell’esprimere soddisfazione per ciò che offre la città, in termini di divertimento, interessi, cultura e lavoro.
Quanto al rapporto con i genitori: se il 43,4% degli intervistati dicono che mamma e papà, pur informandosi su cosa fanno, dove e con chi, lasciano loro fare ciò che vogliono, il 24,4% dice che danno loro completa libertà senza chiedergli nulla, il che significa che poco fanno attenzione ai loro svaghi.

(ansa)

 

Dalla scuola un esperimento contro la noia
Il ministro Giannini ha annunciato un progetto pilota, in collaborazione con San Patrignano, per attività che fronteggino i dati preoccupanti di Euromedia sull’uso di sostanze tra i giovanissimi. Un altro progetto presentato dal sindaco di Rimini, mentre l’associazione delle imprese dell’intrattenimento appoggia la proposta di estendere il Daspo ai locali. Il neurologo Antonello Bonci del NIDA americano: “Tutte le droghe agiscono creando dipendenza”. Lo psicologo Matteo Lancini “nelle nuove famiglie la trasgressione diventa normalità”
Sballo sano, lucido divertimento. Questo il tema del panel di oggi dei WeFree Days 2014, cui hanno partecipato tra gli altri il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e la “sondaggista” Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, che ha illustrato dati importanti e preoccupanti. “Sballa” il 38% dei giovani, percentuale che arriva al 52 nei minorenni, con motivazioni che vanno dalla “noia” nella quasi metà dei casi al “volersi sentire uguali agli altri”. Il 45% del resto considera lo svago prioritario anche rispetto alla costruzione del proprio futuro e il 53,4% ammette la trasgressione come sistema per raggiungerlo, pur sapendo che “è una sciocchezza che prima o poi si paga”.
Dati che il ministro ha ripreso: “Il 90% dei ragazzi è soddisfatto, ma il 40% inserisce in questa soddisfazione l’uso di sostanze. Di fronte a questo bisogno forte di desideri, passioni, contenuti, la buona scuola deve far sentire i ragazzi membri di una comunità che riempia la loro esistenza dentro e non solo fuori, in contatto con il territorio”. Stefania Giannini ha annunciato al riguardo un progetto di formazione e socializzazione “in 20 scuole pilota, in collaborazione con San Patrignano e altre realtà del sociale con attività extracurriculare. La scuola deve ‘fare eguali’, diceva don Milani, oggi deve soprattutto creare empowerment, cioè consapevolezza. Non è facile ma dobbiamo provarci”.
Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha risposto a questo appello con un altro progetto “orientato verso le soluzioni urbanistiche più avanzate d’Europa: ‘Faibene-Fabbrica italiana del benessere’. Nell’area dell’Italia in miniatura, punta a rendere i lungomare delle palestre a cielo aperto, trasformando tre scatole-scuole per studenti-sardina in un polo educativo aperto, una wellness valley”. Sull’impegno degli operatori e del territorio si è speso anche il presidente del SILB (l’associazione delle imprese dell’intrattenimento) Maurizio Pasca: “Non possiamo sostituirci a scuola e famiglia ma abbiamo coscienza delle nostre responsabilità e collaboriamo in tal senso con le Istituzioni, tra l’altro siamo favorevoli alla proposta di estendere il Daspo ai locali. Ma il vero problema è l’abusivismo, dagli after hour ai rave party”.
Altri dati preoccupanti sono giunti dal neurologo Antonello Bonci del National Institute on Drug Abuse (NIDA) americano. “Tutte le droghe agiscono sulle stesse aree cerebrali e creano una memoria inconscia, cioè dipendenza, non c’è differenza tra leggere e pesanti. Dopo 2-3 ore di esposizione a cocaina questa memoria dura una settimana, dopo una settimana di esposizione dura tre mesi. Gli scienziati sono concordi su questi dati, ma al pubblico non ne comunicano che una minima parte. Nell’adolescenza in particolare abbiamo una prevalenza dell’amigdala, che ci porta a fare le cose d’istinto, sulle cortecce frontali che ci avvertono del rischio”. Lo psicologo Matteo Lancini dell’Università di Milano Bicocca, esperto di nuove dipendenze, ha invece avvertito del pericolo “che dipendenze e abusi diventino nuova normalità. Il consumo era trasgressivo nelle tradizionali famiglie normative, non in quelle attuali più affettive e relazionali, che promuovono ottimi adolescenti ma a rischio di fragilità narcisistica perché manca loro l’esperienza del dolore. Il padre, soprattutto, deve tornare a essere autorevole in una forma moderna”.
Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro con delega alla Gioventù, ha infine proposto “volontariato e sport quali anticorpi alla noia”.