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Politica Rimini

Gnassi su uscita consiglieri: segnale strumentale da vecchi interessi

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mar 5 giu 2012 16:36 ~ ultimo agg. 00:00
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“Un’imboscata da palazzo” da esperti della vecchia politica, accusa il sindaco, che dal bilancio allarga il discorso all’intera gestione della città, con lo stop allo sviluppo quantitativo dettato dalla nuova Amministrazione. Fino a intravedere nelle defezioni di oggi un segnale da parte di chi è ancora legato “alla difesa di interessi particolari o consociativi”. C’è stato tutto il tempo per i confronti negli ultimi mesi, ribadisce il sindaco, per spiegare come le proposte arrivate in zona Cesarini sappiano di strumentale.

L’intervento del sindaco Gnassi:

“Quello che è accaduto quest’oggi nella seduta congiunta della I e V commissione dipartimentale, convocata per l’approvazione di atti propedeutici e necessari al Bilancio, rappresenta senza dubbio uno sterile e nocivo rito della vecchia politica. Sterile e nocivo soprattutto perché non prende atto delle condizioni oggettive in cui gli Enti locali stanno faticosamente componendo le loro programmazioni finanziarie, nell’anno forse più drammatico della crisi economica. Quanto accaduto quest’oggi è, a tutti gli effetti, uno schiaffo non tanto al Sindaco o alla Giunta ma alla Città, ai cittadini alla base ampia del Centro Sinistra al gruppo del PD.

La proposta di Bilancio che l’Amministrazione Comunale presenta ha richiesto cinque mesi di lavoro, duro, massacrante, dentro a quello che abbiamo definito un ‘bunker’, massacrati da una parte da un Governo che tratta i Comuni alla stregua di esattori e dall’altra da condizioni economiche che aumentano esponenzialmente le richieste di sostegno, aiuti, rafforzamento del welfare. La nostra ipotesi, più volte illustrata e presentata alle forze politiche, sociali e economiche riminesi, tiene in considerazione questo complesso equilibrio, non tagliando servizi essenziali quali scuola welfare sicurezza, anzi spesso potenziandoli, e applicando le nuove disposizioni governative in materia fiscale in maniera equa e distribuita proporzionalmente. Proprio il confronto su larga scala, avvenuto anche nei circoli del Partito Democratico, dimostra che questo nuovo approccio è capito dalla gente, nel mare largo della città, piuttosto che dalle dinamiche interne, spesso autoreferenziali e viziate da questioni personali.

Evidentemente, anche nella maggioranza consiliare, pochissimi consiglieri del PD, esperti in vecchie logiche, hanno dimostrato di non tenere in conto tutto questo, preferendo rifugiarsi nelle ‘imboscate di palazzo’ tipiche di un mondo che non c’è più piuttosto che affrontare la richiesta di svolta dello sviluppo e di un diverso approccio al governo che ci è chiaramente venuto un anno fa dai riminesi. Probabilmente c’è qualcuno che ha pensato o sta pensando che passata la nottata elettorale si possa ricominciare da dove ci si era fermati prima del voto. Con lo sviluppo quantitativo, con il cemento dei Piani Particolareggiati e la difesa di interessi particolari o consociativi, con regole ad elastico non uguali per tutti e non in tutte le parti della città. Qualcuno ha detto: “diamo un segnale”. E ha deciso, per farlo, di utilizzare strumentalmente la sessione di bilancio.

Per quanto mi riguarda il “segnale” che voglio dare alla Città è che il patto elettorale non ammette deroghe o tradimenti su un nuovo modello di sviluppo sostenibile per Rimini.

Non è più tempo di cortine fumogene, di pantomime, di minuetti, di imprecisati “segnali”. Perché non sono venute prima e nel merito le proposte?

Abbiamo voluto e svolto 5 mesi di discussione analisi confronto nel gruppo nella maggioranza, nella città e, per quanto riguarda il PD, in tutti i circoli.

Ci siamo confrontati anche con Regione, ANCI e Stato. Ricordo che sono stati proprio i nostri approfondimenti riminesi a fare luce sulla sovrastima dell’IMU da parte del Governo. Oggi con una proposta in zona Cesarini, fintamente “per i più poveri”, mai avanzata prima nel corso dei 5 mesi e tecnicamente insostenibile, per dare un segnale su altri interessi di cui sopra, si colpisce la città, il lavoro e la straordinaria responsabilità della quasi totale maggioranza del gruppo PD, l’intera sua base e la coalizione di Centro Sinistra.

E’ noto a tutti che sull’approvazione, o meno, del Bilancio previsionale si può andare a casa, non è necessario quindi che sia io a richiamare alla responsabilità. Per quanto mi riguarda, avendo ben presente nel cuore e nel cervello il mandato consegnato all’Amministrazione comunale 12 mesi fa dai riminesi, non ci starò a vestire i panni della foglia di fico ne questa volta ne mai”.