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Rimini

Cambiare il piano finanziario per il Galli. L'appello di Arlotti (Pd)

In foto: È necessario modificare il piano finanziario per la ricostruzione del teatro Galli e se non si completerà la procedura entro questo mandato il rischio è di dover aspettare altri 10 anni. Parola di Tiziano Arlotti, candidato alle primarie del Pd.
È necessario modificare il piano finanziario per la ricostruzione del teatro Galli e se non si completerà la procedura entro questo mandato il rischio è di dover aspettare altri 10 anni. Parola di Tiziano Arlotti, candidato alle primarie del Pd.
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mar 16 nov 2010 15:37 ~ ultimo agg. 00:00
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Il progetto ha un costo di 35milioni di euro, al momento ne mancano all’appello 16 e l’attuale crisi del sistema creditizio rende ancor più difficile trovarli. La riapertura del Teatro, secondo Arlotti, è invece fondamentale per la città perchè potrebbe trainare altri progetti importanti come il fossato di CastelSismondo e il Ponte di Tiberio pedonalizzato.

La nota stampa

La mia pedalata è iniziata il 21 di ottobre dall’Arco d’Augusto, Il punto di partenza di quella che chiamo la “quadratura del cerchio”.

Il quadrilatero storico di Rimini ha un’altra porta d’accesso millenaria, un’opera unica al mondo che è nostro compito preservare dall’incuria e dalla violenza della modernità: il Ponte di Tiberio.

E poi vengo agli alti due lati del quadrilatero che mi stanno a cuore. Uno è l’area della Stazione Ferroviaria, altra porta d’accesso alla nostra città che, con l’ultimazione dell’ex Hotel Palace come sede dell’Università degli Studi di Bologna sede di Rimini ha riqualificato l’intero paesaggio urbano per chi entra a Rimini da Piazzale Cesare Battisti. L’altro è il Teatro Galli con la Piazza Malatesta collegata a Castel Sismondo.

Negli ultimi anni abbiamo lavorato per sintonizzare Rimini con le sfide della modernità, attraverso opere infrastrutturali di rilevanza europea. Ciò ha garantito la competitività delle nostre imprese e, nello stesso tempo, la riqualificazione di ampie parti del tessuto urbano. Ora serve un analogo sforzo sostanziale e creativo anche verso il nostro patrimonio storico, artistico, ambientale, culturale e sociale.

Detto questo, entro senza indugio su uno dei temi più dibattuti e importanti di un vasto programma di valorizzazione e riqualificazione del centro cittadino: la ricostruzione del Teatro Galli.

Brevemente: nel maggio scorso il Consiglio comunale di Rimini ha approvato l’atto d’indirizzo per la ricostruzione di un “teatro di tradizione, restituendo l’architettura del Poletti e la sala all’italiana, ma dotando la struttura di spazi e attrezzature che consentano la più ampia e diversificata programmazione.”

Costo totale quantificato in 35.000.000 di Euro di cui 29.750.000 per la ricostruzione e 5.250.000 per il restauro del Foyer. Il piano finanziario prevedeva l’apporto economico di 10.000.000 Euro da privati e 6.500.000 Euro provenienti dall’alienazione del Teatro Novelli. In tutto oltre 16 milioni di euro che oggi mancano all’appello. Soprattutto le difficoltà evidenti del sistema creditizio locale, Cassa di Risparmio in primis, rendono opportuno a mio avviso modificare il Piano Finanziario per chiudere la partita e dare l’avvio della procedura di gara entro la fine della legislatura. Voglio essere molto chiaro: se non si completa la procedura entro questo mandato amministrativo, con il nuovo si ricomincerebbe a discutere daccapo, ripartendo dal progetto, e dunque perdendo quantomeno altri 10 anni.

Se ciò avvenisse la situazione del Teatro Galli resterebbe impantanata per altri lustri e si manterrebbe a Rimini una ferita aperta da oltre 60 anni. Rimini non se la può permettere, il centro storico non se la può permettere. E’ evidentissimo infatti che nessun intervento di riqualificazione, anche radicale, del cuore della città darà mai l’impressione di un centro storico dominante senza il restauro del teatro Galli. Un teatro in centro è la vita, è la socialità, è il luogo di attrazione, è fattore di riqualificazione delle attività commerciali. Il Galli nuovamente aperto e funzionante potrebbe trascinare con sé la restituzione della Piazza Malatesta al suo ruolo naturale di piazza d’arme (i parcheggi verrebbero ‘recuperati’ con il project della sosta in via Flori/Fracassi e Scarpetti), la riappropriazione del ruolo centrale del Castello attraverso il fossato, sino alla ‘liberazione’ delle mura malatestiane sino al Ponte di Tiberio pedonalizzato. La Rimini antica e medievale tornerebbe ad essere visivamente al centro di un progetto chiaro e suggestivo, turisticamente appetibile e per i residenti segno di una città che dalle sue radici trova la chiave per intercettare il futuro.