Farmaci. Federfarma contro distribuzione diretta Asl: 3 giorni di sciopero


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Le farmacie riminesi aderenti a Federfarma (sono 71, per ora 4 non hanno però aderito) hanno indetto uno sciopero dal 27 al 29 giugno: in quei giorni, benché regolarmente aperte, chiederanno ai clienti il pagamento dei farmaci prescritti a carico del Servizio Sanitario con possibilità di chiedere poi un rimborso alla Asl: per chi non ha esenzioni si pagheranno i medicinali sotto i 25,80 euro mentre per chi ha esenzioni quelli sotto i 5,16 euro.
Motivo della mobilitazione, che potrebbe presto estendersi anche al resto della regione, la distribuzione diretta dei farmaci effettuata negli ospedali o in altri centri di distribuzione. In spregio, attacca Federfarma, agli accordi stipulati con la Regione. Oggi a Rimini è intervenuto anche il presidente regionale Domenico Dal Re. “Abbiamo un accordo regionale stipulato a giugno 2014 che non prevede costi per il servizio sanitario ma solo benefici per i cittadini – spiega – in quanto i farmaci possono essere ritirati tutti nelle farmacie (la cosiddetta distribuzione per conto). Questo accordo però non è più rispettato in gran parte della nostra regione. Non è più accettabile che si aprano farmacie (saranno una ventina nel riminese) e i cittadini devono invece andare all’Asl a prendere i medicinali quando le farmacie sono una concessione dello Stato e di fatto lo strumento delle Aziende Sanitarie per distribuire i medicinali.”
Il mancato rispetto dell’accordo penalizza sia cittadini che farmacisti. I disoccupati tra gli iscritti all’ordine, ricorda il presidente provinciale Giulio Mignani, sono passati dai 10 del 2008 ad una settantina. In più – spiega – in farmacia non arrivano più i farmaci innovativi perché ad alto costo e distribuiti direttamente in ospedale e questo penalizza ancora di più il settore e ne mette a rischio il futuro.
Per non parlare poi dei disagi per i cittadini spesso costretti a macinare chilometri per raggiungere l’ospedale, con spese occulte (spostamenti, permessi ecc.) e disparità all’interno della stessa azienda ospedaliera. “A Ravenna – evidenzia il presidente Federfarma Rimini Daniele Raganato – i cittadini prendono i farmaci solo nelle farmacie che, tra l’altro, non sono costrette a far pagare il ticket come invece dobbiamo fare noi (questo non avviene invece in ospedale o nei centri di distribuzione). Chiediamo parità di trattamento.”
Federfarma ricorda poi la legge. L’articolo 15 legge 475/1968 recita: “E’ riconosciuto ad ogni cittadino, anche se assistito in regime mutualistico, il diritto di libera scelta della farmacia”. Mentre l’articolo 32 della Costituzione dice che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
In sintesi le richieste dei farmacisti sono tre: che in farmacia, come in ospedale, non si faccia pagare alcun ticket; che i cittadini non debbano sostenere ulteriori costi sociali; che l’accesso ai farmaci e la distribuzione degli stessi sia uguale per tutti.