Viaggio della Memoria nei luoghi dello sterminio per 50 studenti di Rimini
Si è concluso il viaggio della memoria che anche quest'anno ha portato cinquanta studenti delle scuole superiori di Rimini in Austria, nei luoghi dello sterminio nazista. Un progetto di cui Rimini, negli anni 60, è stata città pioniera in Italia.
E’ stato il confronto tra vittime e carnefici il tema centrale del viaggio della memoria 2025 degli studenti riminesi, per comprendere la complessità della storia e costruire una memoria consapevole.
Un percorso iniziato con la visita al campo di concentramento di Mauthausen, una delle tappe più significative del viaggio. Quindi la visita al Memoriale “KZ-Gedenkstätte
”, luogo simbolo del sistema concentrazionario nazista.
Dall’estate del 1940, Mauthausen divenne il centro di un vasto complesso di campi destinato alla punizione e all’eliminazione dei prigionieri attraverso lo sfruttamento lavorativo nelle cave di granito e in condizioni di vita inumane. Toccante la visita alle stanze dei crematori e alla “stanza dei non-nomi”, che ricorda le circa 90.000 persone uccise a Mauthausen, molte delle quali rimaste senza identità.
Davanti al monumento delle vittime italiane di Mauthausen, i ragazzi hanno letto le testimonianze di chi in quel luogo trovò sofferenza e morte.
Il campo di Mauthausen, in funzione dal 1939 al 1945, fu tra i più crudeli del Terzo Reich. Sulla “Scala della morte”, 186 gradini irregolari, i deportati erano costretti a trasportare pesanti blocchi di pietra, e davanti al “Muro dei paracadutisti” le SS gettavano nel vuoto i prigionieri.
Nel laboratorio “Il falò delle emozioni”, gli studenti riminesi hanno condiviso riflessioni personali su ciò che li ha colpiti di più durante il percorso, un viaggio che non è solo fisico, ma interiore e collettivo.
L’itinerario è proseguito nei tre campi di lavoro di Gusen, sempre nel complesso di Mauthausen.
Oggi un’area residenziale, ma all’epoca luogo di deportazione per 71.000 persone di 27 nazionalità, di cui oltre 35.800 persero la vita.
L’ultima tappa ha portato gli studenti riminesi al Castello di Hartheim, trasformato dai nazisti nel 1940 in centro per l’eutanasia. 18.000 persone – malati neurologici, epilettici, invalidi, ciechi e sordomuti – furono uccise perché considerate “inutili” dal regime.
Oggi Hartheim è un centro di ricerca, cultura e inclusione. Luogo di rinascita in un percorso fatto di silenzi che hanno raccontato ancora oggi l’orrore e l’importanza di non dimenticare.












