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l'odissea di un riminese

Venti anni senza poter vendere la casa per un contenzioso

di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura 3 min
Ven 5 Mag 2023 19:52 ~ ultimo agg. 6 Mag 17:04
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La casa era pronto a venderla venti anni fa. Potrà farlo, con l’inevitabile svalutazione dovuta a due decenni di invecchiamento dell’immobile, soltanto ora.

E’ la paradossale vicenda che ha visto protagonista un riminese proprietario di un appartamento in una palazzina bifamiliare. Nel 2003 ha firmato un compromesso, presso uno studio legale, per la vendita a una signora al prezzo di 270.000 euro. La signora aveva versato 40mila euro di caparra e 30mila di acconto prezzo.

C’era però in corso una causa civile per la divisione della corte comune: il proprietario del secondo appartamento chiedeva il diritto di passaggio per accedere alla sua parte di giardino. Il venditore ha avvisato la controparte della causa e ha concordato con l’acquirente che, se fosse stato riconosciuto il diritto di passaggio, avrebbe abbassato il prezzo a 260mila euro andando a rogito entro due mesi dalla decisione del giudice, attesa nel giro di poco.

Il giudice concesse il diritto di passaggio ma nei due mesi concordati l’acquirente non si fece sentire. Il venditore allora concesse altri due mesi per concludere l’acquisto ma neanche in questo lasso di tempo la signora procedette. Scattò allora una diffida: se entro altri  due mesi non avesse adempiuto, il contratto si sarebbe considerato risolto e la signora avrebbe perso i suoi 70.000 euro.

Allo scadere, senza esito, della nuova data, il venditore si è quindi ritenuto in diritto di poter vendere la casa ad altri acquirenti, operazione per il quale si rivolse a un’agenzia immobiliare. Venendo a sapere, con ovvia sorpresa, che la stessa agenzia aveva messo in vendita e pubblicizzato per conto della signora la vendita del suo appartamento a 340mila euro  (la prassi di mettere in vendita appartamenti ancora non rogitati era possibile e diffusa all’epoca, ancora nel boom immobiliare riminese). E venendo a sua volta citato in giudizio nel 2004 dalla signora, che attribuiva il mancato acquisto a responsabilità dello stesso venditore legate sempre alla questione del diritto di passaggio. La signora chiedeva il rimborso di quanto anticipato, dicendosi però pronta a completare l’acquisito se le fosse stato concesso un nuovo termine. Il proprietario non accettò e si andò dunque avanti per vie legali.

E qui entrano in gioco i tempi della giustizia. La sentenza di primo grado è arrivata nel 2010: la signora, soccombente, fu condannata al pagamento di 15mila euro di spese legali. Stesso esito alla Corte di Appello di Bologna, con un’attesa di altri otto anni: signora soccombente condannata a pagare 22mila euro di spese legali. Ma lei non demorde e porta la causa in Cassazione, dove dal 2018 anni viene depositata all’inizio di maggio 2023 la sentenza che sancisce l’esito dei primi due gradi condannando la signora al pagamento di altri 19mila euro di spese legali.

Risultato per lei: persi i 70mila euro iniziali e 56mila euro di spese legali pagate, per un totale di 126mila euro. Esito per il proprietario, che oggi ha 74 anni ed è stato assistito dall’inizio della vicenda dall’avvocato Pasquale Delli Paoli: un appartamento ben lontano dal valore iniziale e un danno economico che i 70mila euro non bastano a compensare.

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