Indietro
menu
operazione rischio zero

Truffe assicurative con l’aiuto di un ex broker e di un medico dell’Infermi

In foto: uno degli indagati mentre esce dalla caserma. @Adriapress
uno degli indagati mentre esce dalla caserma. @Adriapress
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 3 min
Ven 12 Apr 2019 08:33 ~ ultimo agg. 27 Mag 06:44
Tempo di lettura 3 min

L’operazione “Rischio Zero”, eseguita questa mattina dai carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore Marino Cerioni, ha portato agli arresti domiciliari tre persone, accusate a vario titolo di falso in atto pubblico, frode assicurativa e corruzione. Si tratta di un 62enne medico ortopedico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Infermi, un 58enne ex assicuratore e un 36enne di origini campane già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti (tra cui tentato omicidio, porto abusivo di armi e associazione a delinquere finalizzata all’estorsione). In totale sono 14 le persone indagate (i tre agli arresti domiciliari più gli 11 beneficiari delle truffe), nei confronti delle quali i militari dell’Arma e delle fiamme gialle hanno effettuato nelle prime ore della mattinata perquisizioni all’interno delle loro abitazioni (da Rimini a Riccione, da Santarcangelo a Montescudo Monte Colombo, da Bellaria a Longiano).

 

Il sistema truffaldino era ben collaudato e dal 2014 al 2018 aveva permesso agi indagati di ottenere complessivamente somme illecite per oltre 400mila euro. Tutto ruotava attorno alle figure dell’ex broker e del medico del pronto soccorso. Secondo il quadro accusatorio, il primo reclutava persone con difficoltà economiche convincendole e aiutandole in alcuni casi economicamente a stipulare più polizze personali per infortunio, poi proponeva loro dopo qualche mese di simulare degli incidenti domestici o stradali (ad esempio una caduta in casa piuttosto che dalla bicicletta, o finti tamponamenti), e infine li mandava al pronto soccorso dall’amico dottore, che compilava e rilasciava false certificazioni mediche di pronto soccorso per infortuni in realtà mai avvenuti. A quel punto il gioco era fatto. L’assicurato percepiva molteplici indennità risarcitorie che spartiva con l’ex broker (quest’ultimo si intascava circa il 30% del risarcimento), mentre il medico dell’Infermi si faceva pagare sottobanco dai 250 ai 500 euro a referto, nonostante tutti gli ‘infortunati’ fossero esenti dal pagamento di visite di emergenza in quanto regolarmente iscritti al servizio sanitario nazionale. Spesso il finto infortunato, dopo aver riscosso i vari premi, rescindeva i contratti assicurativi. La truffa più sostanziosa riscontrata dagli investigatori è relativa ad un incidente stradale mai avvenuto e risarcito con 70mila euro. 

A portare alla luce il collaudato sistema truffaldino, l’occhio esperto del personale delle Sezioni di polizia giudiziaria dei carabinieri e della guardia di finanza in servizio in Procura che, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni dalle agenzie assicurative in merito a risarcimenti sospetti, ha notato comparire più volte sia il nome dell’ex broker che quello del medico dell’Infermi. Il successivo passo è stato mettere sotto controllo i telefoni degli indagati e realizzare dei video ambientali in pronto soccorso. Determinante al fine delle indagini, il sequestro del computer appartenente al broker, all’interno del quale sono sono stati recuperati tutti i “progetti”, con tanto di dettagliate descrizioni delle dinamiche dei falsi sinistri, dei sintomi e dei dolori accusati dai clienti, delle cure e delle terapie effettuate, nonché delle prognosi, in modo preconfezionare agli assicurati un vero e proprio manuale da recitare davanti ai periti assicurativi.

Le fiamme gialle, che hanno svolto approfonditi accertamenti economico-finanziari, questa mattina hanno portato a termine un sequestro preventivo di beni (tra cui un Rolex) e disponibilità finanziarie nei confronti dei vari indagati per un totale di 413mila euro. 

L’Ausl Romagna, che risulta parte lesa, si è espressa così sul coinvolgimento del dipendente dell’ospedale: “La direzione generale, oltre a ribadire massima collaborazione con gli inquirenti, attiverà tutte le misure previste dalla normativa vigente per tutelarsi nei confronti del professionista sotto inchiesta”.

 

Altre notizie
di Roberto Bonfantini
VIDEO
di Icaro Sport
FOTO