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Trattenuta del 30% su tassa di soggiorno. ANCI ER al Governo: inaccettabile

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di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Dom 19 Ott 2025 17:51 ~ ultimo agg. 18:20
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Nel comunicato finale del Consiglio dei ministri sulle misure del decreto economia, si legge l’intenzione del Governo di prorogare la possibilità per i Comuni di incrementare la tassa di soggiorno anche per il 2026, trattenendo però a livello statale il 30% del maggior gettito e destinandolo ai fondi per l’inclusione delle persone con disabilità e per l’assistenza ai minori.  Tra le voci critiche sulla misura annunciata, il Presidente di ANCI Emilia-Romagna Marco Panieri:
“Non è accettabile che il 30% dell’introito aggiuntivo venga trattenuto dallo Stato: se il Governo da una parte sceglie di togliere risorse proprie dal bilancio dei Comuni, è inammissibile che dall’altra parte - proprio mentre dichiara di dare valore al turismo per il nostro Paese -  trattenga quasi un terzo delle risorse che quegli stessi territori hanno generato. L’imposta di soggiorno è stata concepita per finanziare le spese direttamente collegate all’impatto dei flussi turistici, tra cui gli effetti dell’overtourism. Usarla per finanziare le spese obbligatorie per il sostegno a minori e disabili – che peraltro spettano allo Stato – rischia di stravolgere questa già difficile ricerca di equilibrio”

Per Valentina Pontremoli, Sindaca di Bardi (PR) e Coordinatrice tematica politica Turismo e Motor Valley di ANCI Emilia-Romagna: “Questa misura rappresenta un segnale profondamente scorretto nei confronti dei Comuni, in particolare di quelli che negli ultimi anni hanno investito energie, risorse e strategie per rafforzare la propria attrattività turistica. L’imposta di soggiorno nasce come strumento per restituire ai territori ciò che il turismo consuma in termini di servizi, manutenzione, accoglienza e promozione. Prelevare il 30% del maggior gettito a livello statale significa, di fatto, depotenziare uno degli strumenti più concreti a disposizione degli enti locali per sostenere lo sviluppo turistico, soprattutto nelle aree interne e nei piccoli borghi, dove ogni euro raccolto fa la differenza per mantenere viva la qualità dell’offerta e dei servizi. Sostenere le politiche per la disabilità e per i minori è un obiettivo condivisibile e imprescindibile, ma non può essere perseguito sottraendo risorse ai Comuni e snaturando la finalità di un tributo che, per legge e per logica, deve restare legato al turismo e ai suoi effetti sui territori. Serve coerenza: se davvero si vuole valorizzare il turismo come motore di sviluppo del Paese, bisogna rafforzare l’autonomia dei Comuni, non ridurla”

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