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Cronaca Nazionale Newsrimini

Terremoto ad Haiti. Rintracciati nella notte altri italiani. Arrivano aiuti

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Gio 14 Gen 2010 13:32 ~ ultimo agg. 13 Mag 12:02
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Lo ha detto il capo dell’Unità di crisi, Fabrizio Romano durante il briefing con la stampa sulla situazione ad Haiti. La Farnesina invita dunque chiunque sia a conoscenza di amici o parenti italiani che si trovano ad Haiti a contattare l’Unita’ di crisi al numero 06-36225 per accelerare la ricerca dei nostri connazionali.

Il funzionario della Farnesina inviato a Port-au-Prince – ha spiegato Romano – “per prima cosa” andrà all’Hotel Montana, crollato nel terremoto che ha colpito Haiti, “per verificare” l’eventuale presenza di italiani.

Il quadro – ha detto ancora Romano – resta “drammatico, fluido e tutt’altro che chiaro a causa delle comunicazioni disturbate”. Nell’isola – ha ricordato – sta per atterrare il volo della Protezione civile con un funzionario dell’Unità di crisi che attiverà un’antenna in modo da avere un contatto diretto con il ministero. Il funzionario opererà in tandem con un collega dell’ambasciata italiana a Santo Domingo, in modo da svolgere “una ricerca più mirata dei nostri connazionali, avvalendosi anche dell’apporto delle autorità locali”.

“Restano motivi di preoccupazione, perché il numero dei connazionali presenti è sicuramente maggiore di quelli che noi siamo riusciti a contattare”, ha aggiunto Romano, ricordando che “come ha detto il ministro Frattini, non abbiamo notizie negative, ma purtroppo neanche positive”. Oltre ai 191 italiani che risultano iscritti all’anagrafe consolare che però “possono aver lasciato il Paese senza segnalarlo”, il capo dell’Unità di crisi sottolinea che potrebbero anche esserci “tante altre persone presenti senza averlo comunicato a nessuno sul piano istituzionale”.

Nuova scossa, intanto stamane, nella regione di Haiti: l’istituto geofisico americano ha registrato un terremoto di magnitudo 4,7 Richter a circa 50 km dalla capitale Port-au-Prince, ad una profondità di 10 km.

La terra ha tremato ancora mentre decine di migliaia di haitiani hanno passato la scorsa notte, la seconda consecutiva, in strada, soprattutto nella devastata capitale Port-au-Prince. Distrutta al 60-80% secondo un rappresentante del governo haitiano, la citta’ portuale di Jacmal, a pochi chilometri dalla capitale.

Secondo testimoni, oltre 30 ore dopo il catastrofico terremoto che ha colpito l’isola, i cadaveri giacciono ancora nelle strade. Ad accrescere l’angoscia notturna, la notizia, infondata, di una allerta tsunami. Intanto, resta alta la preoccupazione per gli italiani presenti sull’isola che mancano ancora all’appello, mentre il mondo si mobilita. Navi e aerei dagli Stati Uniti hanno fatto rotta sull’isola per portare i primi soccorsi: gli Usa prenderanno il controllo dello spazio aereo e gestiranno l’aeroporto di Port-au-Prince, dove si teme che il terremoto abbia causato oltre centomila morti.

Secondo la stampa locale, a Port-au-Prince decine di migliaia di persone si sono assiepate nella notte nelle strade, trovando riparo nei giardini pubblici. Quelli che circondano gli uffici del premier ed altri vicini al Palazzo presidenziale sono stati “letteralmente presi d’assalto”, riferisce Haitipressnetwork. “Nella confusione attuale, questa situazione potrebbe durare per diversi giorni”, nota il sito.

Nella capitale i soccorsi sono stati scarsi: “Non è stata riattivata l’elettricità, sto twittando grazie alla connessione satellitare e ad un generatore elettrico – ha scritto poche ore fa da Haiti il corrispondente della Cnn Sanjay Gupta -. Sento colpi di arma da fuoco qui vicino. Non ho mai visto cose del genere prima. Anche se odio dirlo, sembra una situazione senza speranza. I cadaveri sono ancora nelle strade”.

Ad accrescere l’angoscia dei sopravvissuti, la notizia infondata di una allerta tsunami: “Un mio amico mi ha chiamato poco fa dicendomi che l’acqua sta salendo. E’ vero?”, ha scritto su Twitter Frederic Dupoux. Poche ore dopo la smentita: “Sono solo voci, la gente non capisce più cosa stia accadendo in realtà”. Frattanto le squadre di soccorso medico statunitensi sono riuscite ad entrare in azione a Port-au-Prince, mentre è atteso anche l’arrivo del primo aereo italiano di aiuti.

Resta alta la preoccupazione per gli oltre 100 connazionali presenti sull’isola che ancora mancano all’appello. “Non abbiamo notizie positive nel senso che mancano all’appello alcune decine di persone”, ha detto stamani il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ad Addis Abeba dove è in visita. “Ma – ha precisato – per fortuna neanche negative”. (ANSA)

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