Tassa di soggiorno. I comuni: ‘Contrari, ma forse saremo costretti a applicarla’


Sul federalismo comunale il Governo, grazie alla fiducia, ieri ha incassato il sì. Ora, appena il capo dello Stato lo avrà promulgato, il decreto comincerà gradualmente ad essere applicato. Per i comuni capoluogo e quelli turistici individuati dalla Regione, significa anche l’applicazione della tassa di soggiorno: una cifra, da pochi centesimi a 5 euro, da far pagare ai turisti.
E’ contestatissima, ma nei fatti la tassa di soggiorno – che i comuni devono decidere se applicare – potrebbe non rivelarsi così lontana per la Riviera. Che per le amministrazioni, se lo stato dovesse fare altri tagli, la tassa si riveli stringente, lo ha detto in un incontro i giorni scorsi anche l’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci, che pure è contrario all’ipotesi di usare il turismo per drenare risorse. Per l’attuale amministrazione di Rimini si è già espressa l’assessore al Bilancio Beltrami: “se ne può parlare” ha detto. Contrari, ma rassegnati alla possibilità di dovercisi arrendere in futuro, Riccione e Bellaria. “Resto contrario” spiega il sindaco Massimo Pironi, appena tornato da Helsinki, dove è stato proprio a parlare di turismo e di come è vista la Riviera all’estero. “Non si tratta di applicarla quest’anno, perchè significherebbe mettere in difficoltà gli oepratori, che non avrebbero possibilità di recuperare i contratti già chiusi. D’altra parte è chiaro che le amministrazioni locali di fronte alla legge sul federalismo così come sta passando si troveranno costrette ad applicarla, perchè non avranno altre risorse, perchè i trasferimenti che, pur con i tagli, continuano ad essere erogati non ci saranno più” spiega il sindaco, che aggiunge: “Il problema di fondo è che manca una strategia sul turismo”.
Dello stesso tenore la posizione del sindaco di Bellaria Enzo Ceccarelli. “Non è in discussione il fatto che i Comuni siano in grande difficoltà. Procederemo una volta esaminato tutto il contesto e non solo la tassa di soggiorno, per poter far tornare i conti, fare i bilanci come si deve e evitare di gravare con le tasse su famiglie e imprese. Per la prossima stagione naturalmente non se ne parla, per il futuro servirà un confronto con le categorie economiche”.
E che la tassa di soggiorno non sia solo uno spettro per la Riviera, lo dimostrano le iniziative degli albergatori. Confermato lo sciopero bianco degli alberghi del 17 marzo, uno stop delle prenotazioni per sensibilizzare la clientela promosso da Federalberghi. Il cui presidente, Alessandro Giorgetti, confermando l’inapplicabilità dalla prossima stagione, definisce la tassa “un’autorizzazione scambiata per federalismo”.
(NewsRimini.it)