Spiagge deserte. L'assessora Frisoni prova a rassicurare: segnali positivi


Sono settimane che si parla per la Riviera Romagnola e per le altre spiagge italiane di turismo con il freno a mano tirato. Dibattiti sui social, articoli sui giornali, servizi televisivi raccontano di una estate molto fiacca, soprattutto con picchi negativi nel mese di luglio. Di fronte a numeri decisamente non incoraggianti la Regione prova a rassicurare per la parte d'estate che resta e per settembre. Complice anche il meteo, infatti, per questa e la prossima settimana si prevedono presenze e arrivi turistici con numeri allo stesso livello dello scorso anno. In particolare, secondo i dati forniti dagli operatori - albergatori, gestori di stabilimenti balneari, titolari di pubblici esercizi e servizi turistici, incrociati, ad esempio, ai flussi autostradali dell’ultimo fine settimana - i segnali risultano positivi lungo tutta la Costa: dai Lidi di Comacchio (Fe) fino a Cattolica (Rn). Un trend positivo che dovrebbe allungarsi nei prossimi due mesi grazie a una serie di eventi e iniziative culturali e sportive: Meeting di Rimini, il Settembre Dantesco a Ravenna, Italian Bike festival e Moto GP a Misano Adriatico, Ironman a Cervia, Dominate the Water a Cattolica e i Mondiali di Beach Tennis a Cesenatico e tanti altri ancora, tutte occasioni che attireranno tante presenze tra costa ed entroterra.
“La nostra Riviera si conferma anche nel mese di agosto tra le destinazioni più competitive e ricercate dagli italiani e dagli stranieri - afferma l’assessora regionale a Turismo e Sport, Roberta Frisoni-. La conclamata professionalità nell’accoglienza, ma anche la capacità di innovare costantemente un’offerta turistica ricca e diversificata sono fattori competitivi. Dopo un primo semestre 2025 molto incoraggiante per il turismo dell’Emilia Romagna, che ha visto in alcuni casi anche crescite a doppia cifra del turismo internazionale, e un luglio difficile per l’intero comparto balneare nazionale, la Riviera conferma comunque la sua attrattività, dovuta principalmente a un’offerta estremamente diversificata con, in Italia e non, un rapporto qualità prezzo insuperabile”.
“L’intero comparto balneare italiano ha vissuto un luglio difficile per una causa evidente - aggiunge l’assessora -: la crisi dei consumi dovuta all’inflazione e ai bassi salari, con la conseguente minore capacità di spesa delle famiglie italiane”.
L’ultimo report dell’Ufficio Studi di Confcommercio Italia evidenzia che le spese obbligate delle famiglie rappresentano oggi il 42,2% della spesa totale, il 5,2% in più rispetto al 1995 quando si fermavano al 37%. In pratica circa 3mila euro in meno a disposizione di una famiglia media per acquisti o vacanze.
“Nonostante questo quadro, la nostra Costa ha tenuto meglio della concorrenza - prosegue Frisoni-. Il turismo è un’industria complessa. La domanda e gli stili di vita sono cambiati vivono nella rivoluzione tecnologica e digitale, dove, ad esempio, si afferma la ricerca del turismo esperienziale che coinvolge anche il comparto balneare. La spiaggia oggi viene vista e cercata come un elemento parte di una serie più complessiva di esperienze culturali, enogastronomiche, sportive e i turisti vogliono servizi sempre più di qualità: dall'alloggio, ai trasporti, all'extra alberghiero. Per questo è importante puntare sulla destagionalizzazione per promuovere il turismo 12 mesi l’anno con investimenti pubblici e privati, come è stato fatto, ad esempio, nel comparto fieristico congressuale di Rimini o con la riqualificazione dei waterfront pedonalizzati, sostenibili e votati alla vacanza attiva, così come per il supporto dato ai miglioramenti dell’offerta anche con bandi regionali rivolti agli operatori privati, o col collegamento tra spiaggia stessa ed esperienze diffuse fino all'entroterra”.
Un passaggio cruciale è quello che riguarda il futuro dello spiagge: "Se in un Paese con 8mila chilometri di costa un comparto come il balneare viene lasciato senza certezze e prospettive, come è stato fatto con il caos Bolkestein, è l’Italia intera a soffrire. Il balneare rappresenta, dal punto di vista economico e lavorativo, oltre il 30% del turismo italiano. Il Governo deve raccogliere l'appello di Regioni, Comuni e operatori e attivare nei prossimi mesi una riflessione complessiva e analitica su questo unico asset dell’industria turistica. Come Regione Emilia-Romagna ribadiamo e rilanciano una proposta chiara all’Esecutivo: l’organizzazione degli Stati Generali del Turismo Balneare per affrontare i nodi e le prospettive di un sistema lasciato ormai da troppo a se stesso. Il tempo non aspetta più nessuno”.