Siglata a Roma l’intesa sul futuro della Granarolo


Ieri è stata infatti definita l’intesa che pone fine alla vertenza sul piano tagli presentato da Granarolo lo scorso febbraio. Previsto un programma d’investimenti da 35 milioni di euro per il consolidamento del gruppo ed il ripristino della capacità competitiva. Il piano sarà supportato dall’utilizzo biennale della Cassa integrazione straordinaria, anticipata ed integrata dall’azienda, per garantire la copertura del reddito ai 270 lavoratori interessati dalla fase di riorganizzazione del gruppo. L’intesa permetterà così di tenere aperte le trattative per la reindustrializzazione della ex centrale del latte di Rimini e per il ripristino dei posti di lavoro. Oggi i sindacati aggiorneranno i lavoratori sulle novità.
La nota stampa
E’ stata definita ieri sera, presso il Ministero del Lavoro, l’intesa che pone fine alla vertenza sorta intorno al piano di tagli presentato da Granarolo lo scorso febbraio.
L’intesa prevede un programma d’investimenti pari a 35 mln di euro finalizzato a creare le condizioni di un consolidamento del gruppo ed il ripristino di una capacità competitiva fondata sulla qualità, la salubrità degli alimenti attraverso la certificazione della filiera, investimenti sul fronte commerciale, la valorizzazione dei prodotti e una diversificazione fondata su innovazioni di prodotto.
Per quanto riguarda il sito di Vogliazzi (Vc), che non rientrava più nel core business di Granarolo, è stata individuata una soluzione che prevede la cessione all’azienda Fresco con il mantenimento dei livelli occupazionali e con continuità produttiva.
Sulla Merlo di Terzo d’Acqui, anche grazie ad una partecipazione diretta della Regione Piemonte, si lavorerà per garantire continuità produttiva ed occupazionale con l’intervento di un soggetto operante nella stessa filiera, al quale sarà ceduto il marchio.
Per la ex centrale del latte di Rimini, invece, proseguirà il confronto in sede istituzionale per individuare una soluzione di reindustrializzazione dell’area in grado di creare un’opportunità produttiva ed occupazionale.
Per la Pettinicchio di Sermoneta, infine, si aprirà un percorso finalizzato ad individuare una soluzione in grado di garantire opportunità occupazionali e produttive in un territorio massacrato dalla crisi industriale.
Tutto il piano sarà supportato dall’utilizzo biennale della Cigs, anticipata ed integrata dall’azienda, per garantire la copertura del reddito ai 270 lavoratori, sui complessivi 1.800 occupati, interessati dalla fase di riorganizzazione del gruppo.
Il piano sociale, che ha un costo di circa 12 milioni di euro, è parte integrante dell’intero accordo.
“Dopo 5 mesi, 24 ore di sciopero e il blocco di tutte le prestazioni aggiuntive” – ha dichiarato il Segretario nazionale della Flai-Cgil Antonio Mattioli – “è stato raggiunto un accordo che coglie le istanze dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali e che scongiura definitivamente la soluzione traumatica della vertenza”.
“Questo risultato” – ha continuato Mattioli – “è stato ottenuto grazie alla caparbietà dei lavoratori e alla tenuta del fonte sindacale e impegna questo gruppo a farsi promotore di azioni in grado di aggregare l’intera filiera lattiero-casearia italiana per esser maggiormente competitivo sullo scenario nazionale ed internazionale”.