Scuola, lotta alla dispersione e aiuto ai fragili tra le priorità


La commissione scuola regionale ha approvato le linee di indirizzo 2025/27: fra le priorità c’è il contrasto alla dispersione scolastica (che in Emilia Romagna si attesta al 7,3%, in calo) e all’abbandono precoce con particolare attenzione alle famiglie con minori disponibilità economiche e agli studenti in condizioni di fragilità. Tra gli strumenti ci sono le borse di studio (il cui importo ammonta a 190 euro) e che lo scorso anno sono state concesse al 100% degli aventi diritto, gli aiuti economici per i libri di testo e per il trasporto scolastico con 200.000 ragazzi che ha beneficiato del progetto "Salta su". Diminuiscono in Regione i cosiddetti “Neet”, giovani che non lavorano e non studiano (tra i 15 e i 29 anni , oggi sono l’11%). Altre priorità riguardano l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità - per i quali gli investimenti sono stati potenziati fino ad arrivare a 18 milioni di euro per il solo 2025, e il progetto "scuola aperta" per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado con l’estensione dell’orario scolastico e l’apertura pomeridiana, serale o estiva degli edifici scolastici come presìdi civici ed educativi nei territori, soprattutto quelli più fragili.
“Le criticità più grandi emergono in contesti familiari fragili – ha evidenziato l'assessora alla Scuola, Isabella Conti, – e abbiamo il compito di dare alla scuola gli strumenti per diventare parte della soluzione”. Abbandono e dispersione scolastica “sono il primo passo verso i 'Neet' e verso un potenziale ritiro sociale”, ha proseguito Conti, evidenziando l’importanza di “sostenere gli studenti nell’istruzione e nella formazione”. Altre priorità delineate riguardano l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità - per i quali gli investimenti sono stati potenziati, arrivando a 18 milioni di euro per il solo 2025 - e il progetto "scuola aperta", rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado, che prevede "la sperimentazione dell’estensione dell’orario scolastico, l’apertura pomeridiana, serale o estiva degli edifici scolastici come presìdi civici ed educativi nei territori, soprattutto quelli più fragili".
Alberto Ferrero (FdI) ha puntato l’attenzione sulla questione degli attacchi di panico che si verificano a scuola - sul punto l'assessora ha parlato della necessità di mettere le scuole in condizione di gestire adeguatamente queste situazioni). Ferrero ha anche evidenziato l'importanza dei centri estivi “il cui accesso o relative scontistiche, non devono essere basati solo sul criterio dell’Isee, perché si rischierebbe di penalizzare quelle famiglie, con stipendio medio, nelle quali entrambi i genitori lavorano”.
Per Anna Fornili (Pd) è importante guardare “alla distribuzione del tempo pieno che presenta ancora squilibri in alcuni territori, creando difficoltà importanti”. Per questo motivo ha avanzato la proposta che parte del finanziamento su “scuole aperte” possa essere impiegato “anche sul tempo pieno alla scuola primaria, che è uno strumento di welfare per le famiglie”.
Secondo Fausto Gianella (FdI) è necessario anche affrontare il problema delle dipendenze, “perché sempre più giovani fanno uso di stupefacenti”, chiedendo “che vengano attivati progetti specifici già dall’ultimo anno della scuola primaria”.
Ludovica Carla Ferrari (Pd) ha puntato l’attenzione sulle situazioni legate alla neuropsichiatria infantile in aumento nella fascia 0-6, evidenziando la necessità “dell’appropriatezza degli strumenti con i quali ci si avvicina a questo tipo di fragilità e di caratteristiche dei bambini”. “L’idea dell’equipe multidisciplinare è importante e forte, perché senza un’adeguata formazione e senza il giusto equilibrio, si rischia di incanalare bambini anche piccolissimi in percorsi che generano ansia, stress e preoccupazione nelle famiglie rispetto a questioni che potrebbero semplicemente risolversi nel corso del tempo”.
Per Simona Larghetti (Avs) è necessario puntare l’attenzione anche sul tema dell’autonomia di movimento dei bambini. “La normativa autorizza bambini e bambine a tornare a casa da soli anche se minori di 14 anni, con l’autorizzazione dei genitori: nel nostro Paese questa è una realtà solo per il 7% dei bambini. È un’esperienza pedagogicamente riconosciuta come fondante del senso di sicurezza del bambino”.
Per Elena Carletti (Pd) “c’è una necessità di attenzione verso il mondo giovanile che non ha precedenti negli ultimi decenni”. “Il progetto ‘scuola aperta’ è importante affinché i ragazzi e le ragazze trovino nella scuola quei momenti di relazione che oggi vengono sempre meno”.
“Queste linee di indirizzo declinano positive novità rispetto al triennio precedente - afferma Fabrizio Castellari (Pd) -. Il diritto allo studio è un tratto distintivo e fondamentale del nostro fare scuola: un diritto che si esplica anche attraverso il supporto alle famiglie, perché la nostra è una scuola che accoglie, di tutti e per tutti. Con il progetto ‘scuola aperta’ si rimette la scuola al centro delle comunità”.
Per Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) “è evidente che ci sia una nuova spinta propulsiva nei confronti della scuola”. “Se vogliamo far tornare la scuola a essere pilastro della democrazia, occorre dare attenzione alle fasce più deboli della popolazione, investire nel trasporto per una scuola davvero inclusiva e in un’offerta didattica adeguata”.
Lorenzo Casadei (M5s) ha ricordato il recente documento approvato nell’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze, con il quale si chiede di migliorare gli spazi di ascolto psicologico all’interno delle scuole. “C’è stato un aumento del disagio adolescenziale durante la pandemia – ha detto Casadei – e questi disturbi si possono intercettare anche prima dei 14 anni. Questo documento ha messo in luce necessità concrete dei ragazzi e delle ragazze”.