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Niente lieto fine

Scappa dall’Iran per chiedere asilo. Dopo un’odissea di 8 mesi viene arrestato a Rimini

In foto: l’aeroporto di Rimini
l’aeroporto di Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mar 25 Apr 2023 14:39 ~ ultimo agg. 26 Apr 13:20
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Una vera e propria odissea ma al momento senza lieto fine. Protagonista è un 36enne iraniano, sposato e con figli, che otto mesi fa decide di abbandonare il suo Paese dove i diritti civili non vengono riconosciuti e le condizioni di vita della popolazione sono precarie. Il suo obiettivo è quello di arrivare a Londra, chiedere asilo politico e poi farsi raggiungere dalla famiglia. Benchè privo di visto, scappa allora dall’Iran e raggiunge la Turchia proprio nei giorni del terribile terremoto. Sopravvive al sisma e in autostop riesce a raggiungere la Grecia dove, per cause non appurate, viene aggredito violentemente da due uomini e finisce in coma per ben due mesi (tutto documentato da referti medici). Il 36enne però non si arrende e, una volta tornato in salute riprende il suo viaggio arrivando prima in Belgio e poi in Francia dove però subisce un altro brusco stop fino a ritrovarsi in un campo profughi. Nonostante tutto il 36enne non molla e incontra sulla sua strada un falsario che gli procura un falso passaporto austriaco in cambio di 2500 euro (che l’iraniano si fa recapitare dalla famiglia con un money transfer). L’uomo suggerisce anche al 36enne quella che ritiene la via più sicura per arrivare a Londra: dalla Francia a Napoli, poi Verona e infine Rimini. Due giorni fa l’iraniano si presenta all’aeroporto Fellini deciso a prendere il volo per Stansted ma la sorte gli volta ancora le spalle. Gli agenti della Polaria notano qualcosa che non quadra nel passaporto (benché sia un ottimo falso) e, a seguito degli accertamenti, il 36enne viene arrestato. Difficile per lui spiegarsi, visto che parla solo la lingua Farsi (un dialetto iraniano). Grazie ad un interprete riesce a raccontare la sua odissea all’avvocato Igor Bassi che al Giudice del Tribunale di Rimini chiede per il suo assistito il rito abbreviato. L’udienza viene fissata per il prossimo 29 maggio ma nel frattempo al 36enne viene imposto l’obbligo di firma quotidiano in Questura. “Dove dormirà, come mangerà e chi lo assisterà” in questi giorni, si chiede l’avvocato Bassi ricordando che l’uomo non parla inglese ne italiano e non ha soldi. Il lieto fine, per lui, sembra ancora lontano.

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