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Proteggere i figli dai nuovi orchi. La polizia spiega internet ai genitori

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 17 Mag 2010 15:48
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Sostituzione di persona, estorsioni, furti di immagini e di identità. Sono solo alcuni dei rischi che corrono i ragazzi su internet.
Come le otto 15enni riminesi che per gioco avevano pubblicato delle foto osé su Messenger, e si sono ritrovate su siti porno dove tre pedofili, spacciandosi per loro, le usavano per ottenere foto intime di ragazzini.

“Abbiamo visto tanti casi di ragazzi vittime di orchi telematici” spiega il comandante della Polizia Postale di Rimini, Vincenzo Papagni. “Specialmente su alcuni social network, i ragazzi vengono avvicinati da persone che fingono di essere loro coetanei, fanno amicizia e cominciano a fare richieste strane: immagini in cambio di ricariche telefoniche o altro. Alla fine cercano di incontrarli di persona dandogli appuntamento da qualche parte”.

Ma su internet i ragazzi rischiano anche di sporcarsi la fedina penale con reati di cui non sono consapevoli, e di cui poi dovranno rispondere i genitori. Dallo scaricamento involontario di immagini pornografiche al cyberbullismo. “Metà dei reati commessi su internet sono a carico di minori – spiega Papagni. – Magari creano profili falsi o gruppi che inneggiano alla violenza o insultano altre persone. Non si rendono conto di commettere veri e propri reati per cui possono essere denunciati”.

Per aiutare i genitori delle scuole medie e superiori, la questura di Rimini ha organizzato una serie di incontri in collaborazione con la Provincia. Tre sono in programma entro la fine dell’anno scolastico, gli altri dopo l’estate.
L’obiettivo è instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie: “Vorremmo che la Questura, e in particolare gli agenti della Polizia Postale e dell’Ufficio Minori, diventassero un punto di riferimento a cui i genitori possono rivolgersi per fare domande, esprimere dubbi e preoccupazioni – ha detto il Questore di Rimini, Oreste Capocasa. – Molti non si rendono nemmeno conto dei rischi che corrono i loro figli in rete”.

Ma gli incontri saranno anche un’occasione per insegnare ai genitori qualche trucco per controllare cosa fanno i figli su internet. Con o senza il loro consenso: “I genitori devono assolutamente controllare cosa fanno i ragazzi al computer – insiste Papagni. – Bisogna saperlo usare, non vietarlo ma seguirli. E se loro non vogliono, ci sono tanti modi per controllare quali siti frequentano o chi sono i loro amici nei social network”.
(Newsrimini.it)

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