Dassilva piantonato in psichiatria, rifiuta ancora il cibo


E' ricoverato da giovedì scorso nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Infermi di Rimini, Louis Dassilva, dove è stato trasportato dal carcere dei Casetti, secondo fonti attendibili, in coma metabolico (una grave condizione in cui il corpo non riesce più a produrre energia sufficiente per le sue funzioni vitali) a causa del prolungato sciopero della fame e della sete iniziato ormai dieci giorni fa. Una protesta, la sua, per ribadire la propria innocenza in relazione all'omicidio di Pierina Paganelli. Quando è arrivato in pronto soccorso, il 35enne senegalese sarebbe stato semi-incosciente. Le sue condizioni di salute sono in fase di miglioramento, grazie anche ad una alimentazione via flebo. Secondo indiscrezioni, rifiuterebbe ancora il cibo, ma avrebbe almeno interrotto lo sciopero della sete bevendo un succo.
Al momento Dassilva sarebbe vigile seppur non ancora del tutto lucido. Le persone a lui più vicine si dicono preoccupate soprattutto del suo stato psichico, dal momento che il senegalese avrebbe ripetuto più volte di voler morire. A sorvegliarlo, 24 ore su 24, gli agenti della polizia penitenziaria. La moglie Valeria Bartolucci segue a distanza, con una certa preoccupazione, l'evolversi della situazione, ma sembra abbia già richiesto un permesso speciale per poterlo incontrare di persona. Anche i suoi legali, Riario Fabbri e Andrea Guidi, si sono attivati per fargli visita in ospedale non appena le sue condizioni psico-fisiche lo permetteranno.
Intanto il deputato Aboubakar Soumahoro ha dichiarato di aver "presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di valutare ogni misura alternativa al fine di salvaguardare la salute psicofisica e la vita di Dassilva. Confido nel lavoro della magistratura - precisa Soumahoro, che aveva incontrato Louis durante la sua visita di ispezione parlamentare ai Casetti dell'8 marzo scorso -, ma lo sciopero della fame e della sete che ha avviato per gridare al mondo la sua innocenza ci deve interrogare".