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inchiesta della gdf

Processo a Rimini, i colossi della moda contro la contraffazione

In foto: I finanzieri duranti alcuni sequestri di capi contraffatti (repertorio)
I finanzieri duranti alcuni sequestri di capi contraffatti (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mar 28 Ott 2025 18:57 ~ ultimo agg. 19:12
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Una vera e propria rete di produzione parallela di abbigliamento e accessori con marchi falsificati di alcuni tra i brand più noti al mondo: Supreme, Balenciaga, Gucci, Nike, Adidas e Vans, solo per citarne alcuni. Colossi della moda e dell'abbigliamento sportivo che hanno voluto partecipare, in qualità di parti civili, al processo che si svolge davanti al tribunale collegiale di Rimini per tutelare i propri marchi e la propria immagine. Nel procedimento compaiono una quindicina di persone tra imprenditori, tecnici e collaboratori, oltre a tre società con sedi tra Rimini e la Repubblica di San Marino. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di contraffazione di marchi, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante di aver agito in modo sistematico e attraverso un’organizzazione strutturata e dotata di mezzi industriali. 

L’inchiesta, condotta nel 2019 dalle fiamme gialle riminesi, aveva ricostruito un articolato sistema di produzione e commercializzazione di capi contraffatti, capace di fruttare nel corso del tempo milioni di euro. Dalle grafiche ai transfer serigrafici, fino alla stampa e alla distribuzione, con tanto di stabilimenti e magazzini utilizzati per produrre capi che riproducevano i loghi dei celebri marchi internazionali. Stando alle indagini, sarebbero emersi anche flussi di denaro diretti sul Titano, dove venivano create società e registrati marchi in mala fede per simulare la legittimità della produzione e ostacolare così la tracciabilità dei ricavi. Accuse respinte con forza dagli imputati. Secondo i loro difensori, tra i quali figurano gli avvocati Piero Venturi, Stefano Brandina e Filippo Cocco del foro di Rimini, non sussisterebbero i presupposti per un'accusa formale di contraffazione. L’intera vicenda, quindi, andrebbe ricondotta sul piano civilistico. Prossima udienza fissata il 6 novembre per l'ascolto della seconda tranche di testimoni.

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