Riccione. Pino d'Aleppo abbattuto, il Comune chiarisce. Lipu: perizia frettolosa


In merito all’abbattimento del Pino d’Aleppo avvenuto nei giorni scorsi in un’area privata di viale Ciceruacchio a Riccione, il Comune di Riccione fornisce un'articolata serie di chiarimenti, anche a seguito delle richieste pervenute da parte di associazioni e cittadini.
Né l’Amministrazione comunale né quella regionale, per quanto di rispettiva competenza, avevano la possibilità di iscrivere il Pino d’Aleppo recentemente abbattuto nell’elenco degli alberi monumentali, e quindi di impedirne il taglio, in assenza del consenso della proprietà.
Sul quadro normativo: ruoli, competenze e limiti d’azione. Il riferimento normativo principale è l’art. 6 della Legge Regionale n. 20/2023, che disciplina la tutela e la valorizzazione degli alberi monumentali. Tale articolo stabilisce in modo esplicito che l’iscrizione di un albero nell’Elenco regionale degli Alberi Monumentali richiede il consenso del proprietario del bene, quando questo ricade su area privata. In assenza di tale consenso formale, non è possibile procedere con l’iter.
La Direttiva attuativa regionale della stessa legge specifica con chiarezza la ripartizione di ruoli e di responsabilità tra i vari livelli istituzionali, sia per l’iscrizione dell’esemplare tra gli Alberi Monumentali Regionali sulla base segnalazioni da parte dei Comuni o di cittadini, che per gli Alberi Monumentali d’Italia sulla base di candidature da parte dei Comuni.
La direttiva chiarisce che, per la procedura ministeriale:
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I Comuni hanno il compito di effettuare il censimento degli alberi monumentali presenti sul proprio territorio, utilizzando l’apposita scheda di identificazione.
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I Comuni approvano formalmente le proposte di elenco, che vengono trasmesse alla Regione Emilia-Romagna.
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La Regione provvede alla relativa istruttoria e predispone l’atto di approvazione del proprio Elenco regionale degli Alberi Monumentali d’Italia e, unitamente a tutta la relativa documentazione, lo trasmette al Ministero competente per il prosieguo dell’istruttoria della tutela nazionale.
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A seguito dell’istruttoria del Ministero competente, ogni Comune interessato rende noti gli esemplari arborei inseriti nell’Elenco regionale degli Alberi Monumentali d’Italia (AMI) ricadenti nel territorio di propria competenza con la specificazione della località nella quale esso vive, mediante affissione all’albo pretorio, in modo tale da permettere al titolare di diritto soggettivo o al portatore di interesse legittimo di ricorrere, nei modi e nei termini previsti dalla specifica normativa, avverso l’inserimento in elenco di uno specifico elemento arboreo.
In caso di tutela regionale, invece, è la Regione che, sentita la Commissione tecnica consultiva, stabilisce se l’albero ha i requisiti o meno per essere tutelato.
Nel caso specifico del Pino d’Aleppo di viale Ciceruacchio:
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il Pino d’Aleppo non era tra gli alberi oggetto del censimento effettuato dal Comune nel 2016;
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ad oggi non risulta pervenuta al Comune né alla Regione alcuna scheda di segnalazione relativa all’albero;
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prima (e dopo) il rilascio dell’autorizzazione non era stato, quindi, avviato alcun procedimento di iscrizione all’Elenco regionale o nazionale;
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la proprietà si è dichiarata formalmente contraria a ogni ipotesi di conservazione e ha formalmente prodotto una perizia attestante la pericolosità dell’albero.
L’iter autorizzativo seguito: il 24 aprile 2025, il Servizio Verde del Comune ha rilasciato autorizzazione all’abbattimento, nel rispetto del previgente Regolamento, nell’ambito della Conferenza dei Servizi per il rilascio del titolo edilizio, sulla base della documentazione tecnica prodotta dalla proprietà.
L’autorizzazione prevedeva anche la possibilità di operare in deroga al periodo di nidificazione dell’avifauna, subordinatamente alla verifica e dichiarazione di assenza di nidi; tale dichiarazione è stata regolarmente redatta e protocollata.
A seguito delle segnalazioni da parte di associazioni ambientaliste durante l’abbattimento delle alberature, il Comune, anche sentiti i tecnici della Regione Emilia-Romagna, ha tentato una mediazione con la proprietà per salvare il Pino d’Aleppo, proponendo anche soluzioni urbanistiche alternative, ma ha ricevuto un diniego motivato dalla proprietà, accompagnato da una relazione tecnica a firma del professore Alberto Minelli (Università di Bologna), che evidenziava una fessurazione interna alla biforcazione del fusto, ritenuta incompatibile con la permanenza in sicurezza dell’albero. Ne consegue, sottolinea l'Amministrazione Comunale, che l’intervento di abbattimento si è svolto nel pieno rispetto della normativa vigente.
Il Comune di Riccione, nel confermare il massimo impegno per addivenire ad un assenso da parte della proprietà ad iscrivere il Pino d’Aleppo tra gli alberi monumentali, ribadisce il proprio impegno per la tutela del patrimonio arboreo urbano e annuncia che nei prossimi mesi sarà avviata una campagna di censimento degli alberi monumentali presenti sul territorio comunale (pubblici e privati) in collaborazione con il Servizio Aree protette della Regione Emilia Romagna, con l’obiettivo di rafforzare le tutele e operare con maggiore tempestività su situazioni analoghe.
Sulla vicenda interviene anche la LIPU nazionale (Lega Italiana Protezione Uccelli) con un intervento dell'esperto Marco Dinelli che riassume tutte le perplessità e le riserve su perizia e abbattimento.
L'intervento:
Abbiamo avuto modo di vedere diverse altre perizie di stabilità degli alberi, e solitamente sono più argomentate e corpose di una paginetta, riportando anche della documentazione quale ad esempio immagini fotografiche, planimetrie, dati numerici, tabelle di riferimento, ecc.
Dell’esemplare in oggetto non troviamo nessun dato sull’altezza, le dimensioni del fusto, l’età presunta, le condizioni vegetative, e neppure alcuna valutazione del valore economico ornamentale, né dei servizi/benefici ecosistemici prodotti, sia a livello funzionale che monetario.
Nell’introduzione non si capisce cosa si intenda per “area densamente popolata dal genere Pinus, come troppo spesso accade” e ciò lascia sottendere un pregiudizio di fondo verso questo gruppo di alberi.
Il Pino d’Aleppo Pinus halepensis è notoriamente un albero “spesso contorto e deforme” (Polunin O., 1977. Guida agli alberi e arbusti d’Europa. Zanichelli, Bologna), ma si veda anche:
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=186
Conosciamo diversi pini del genere nelle città, con tronchi completamente storti e inclinati, che hanno resistito egregiamente a ripetute tempeste di vento a circa 100 km orari.
Non ci è noto il taxon Pinus domestica. Piuttosto, esiste il Pino domestico (nome italiano) il cui nome scientifico è Pinus pinea - si veda:
https://anthosart.florintesa.it/flora-italiana/pinus-pinea-l
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=198
In generale, occorre rilevare che “Il concetto di albero perfetto, di albero senza difetti, è un mito” (Drénou C., 2024. La potatura degli alberi ornamentali. Il Verde Editoriale, Milano).
Nella relazione non è chiaro se si ipotizzava quale imminente un rischio di cedimento (tale da non poter posticipare l’ipotesi di abbattimento, neanche di 1-2 mesi) e se, in caso affermativo, su quali evidenze ci si basasse.
L’ipotesi del consolidamento è stata scartata frettolosamente, quando esiste un intero manuale (Standard europeo) e ci appare strano che tra le tante tecniche ivi riportate non ce ne fosse una adatta al caso in oggetto. Di certo, adesso all’estetica del pino è andata meglio !
In merito ci sarebbe piaciuto sentire il parere di altri esperti.
Considerando il periodo delicato in cui ci si è posti (stagione di nidificazione dell’avifauna), anche se l’analisi visiva (VTA) avesse determinato una situazione compromessa, sarebbe stato opportuno una ulteriore verifica con prove strumentali/prove di trazione.
Secondo il nostro giudizio, la fine di quest’albero è stata decretata in maniera troppo sbrigativa, in un
periodo sbagliato dal punto di vista ecologico, e senza prendere realmente in considerazione ulteriori
approfondimenti e altre strategie gestionali.
Marco Dinetti
Responsabile ecologia urbana Lipu
Membro del gruppo di lavoro dello standard PEFC del verde urbano
Relatore ai convegni degli Stati generali del verde pubblico, organizzati dal Ministero dell’ambiente
Docente del corso formazione Ispra "Infrastrutture verdi e blu per città più sostenibili e resilienti"
Docente a corsi aggiornamento per Ordine degli Agronomi e Forestali, e Ordine degli Architetti
Relatore invitato al Congresso internazionale dell’albero (Merano, 16-18 giugno 2025)