Parto fatale in casa, l'esito del processo legato ad una superperizia
Sarà un collegio di esperti in campo sanitario, nominati dal gup di Rimini, Raffaele Deflorio, a stabilire con certezza cosa accadde durante le 30 ore di travaglio concluse con l'arrivo all'ospedale Infermi di Rimini, dove il piccolo Alessandro, la mattina del 5 novembre 2022, venne alla luce senza vita, con il cordone ombelicale attorcigliato al collo. Sono stati i difensori delle due ostetriche, una 46enne di Faenza e una 28enne di Rimini, entrambe libere professioniste, a chiedere il rito abbreviato condizionato ad una superperizia che verrà eseguita da un medico legale, un anatomopatologo e uno specialista in ginecologia-ostetricia. Ammesse dal giudice anche la testimonianza della terza ostetrica presente al parto e l'acquisizione delle chat intercorse tra i genitori di Alessandro, i santarcangiolesi Marco Pirini, 41 anni, e Federica Semprini Pironi, 34, e le due imputate.
Per la Procura di Rimini, che inizialmente aveva chiesto l'archiviazione delle ostetriche, sarebbero state commesse una serie di omissioni, come la mancata indicazione alla madre del bambino di sottoporsi ad ulteriori controlli, tra cui il tampone vaginale per la ricerca dello Streptococco; la mancata diagnosi di prolungamento patologico della prima fase del parto, con conseguente omessa somministrazione di ossitocina (peraltro richiesta dai genitori e disponibile all'interno della loro abitazione); l'omessa somministrazione di terapia antibiotica dopo 18 ore dalla rottura delle membrane; il mancato trasporto in ospedale in maniera tempestiva e mediante l’intervento di un'ambulanza del 118. Tra le condotte contestate anche quella di aver consigliato alla partoriente l'esecuzione di alcuni esercizi preparto per ottenere il corretto posizionamento del bambino.
Al collegio di periti il non semplice compito di individuare il nesso di causalità, le esatte cause del decesso, il rispetto o meno delle linee guida e l'eventuale condotta colposa delle professioniste, difese dalle avvocate Martina Montanari e Chiara Baiocchi, affiancate dal collega Cosimo Maggiore del Foro di Torino. Per i genitori del piccolo Alessandro, rappresentati dall'avvocato Piero Venturi, il figlio poteva essere salvato se solo le ostetriche avessero agito diversamente.












